Il Colle: chiarezza sul programma, incarico forse domani

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di Marco Conti
Qualche scrollone si è rivelato necessario, ma alla fine Sergio Mattarella è riuscito ad assicurarsi che il secondo giro di consultazioni, che inizia oggi, non sia del tutto inconcludente. Non pochi sono stati gli ultimatum ai partiti affinchè facciano capire in maniera chiara, al presidente della Repubblica e al Paese, cosa intendono fare. Ultima dead-line quella fissata, più o meno ufficialmente, nella tarda mattinata di ieri. Un paio di ore prima della scadenza delle 19, dal Quirinale è arrivato il calendario delle consultazioni che si chiuderanno domani sera.

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Se le indicazioni saranno nette, soprattutto da parte dei due partiti impegnati nella trattativa, Sergio Mattarella potrebbe dare l'incarico di formare il nuovo governo già domani sera o al massimo giovedì mattina. Il segnale che il Quirinale attendeva, prima di mettere nero su bianco le convocazioni dei partiti, è arrivato ieri mattina direttamente dal Nazareno. Per i Dem si può iniziare a trattare su composizione della squadra e programmi partendo da Giuseppe Conte. Il seppur cauto via libera al Conte-bis, a lungo osteggiato dal Pd, sblocca la trattativa e potrebbe permettere al Capo dello Stato di affidare al premier uscente il compito di formare un nuovo governo.

Ma che la strada sia tutta in discesa è molto presto per dirlo. Anche perché Mattarella chiederà a Conte precise rassicurazioni sulla tenuta dell'esecutivo. Niente governi a tempo, programma certo e, soprattutto, unico. Anche perché Mattarella non può non tenere nel dovuto conto la richiesta di elezioni che arriverà dai partiti di opposizione. Lega in testa. Soprattutto Mattarella non intende assumersi il ruolo di arbitro nelle questioni aperte tra i partiti. Toccherà infatti al presidente incaricato trovare la quadra rispetto alle richieste dei partiti anche se è scontata l'attenzione del Colle per alcuni ministeri chiave e che richiedono una condotta coerente rispetto agli impegni assunti dall'Italia a livello internazionale.

Sinora le poche certezze che ha il Quirinale è che il M5S, dopo un lungo ondeggiare, ha scelto il forno Pd e che i Dem, dopo a lungo oscillare, sarebbero pronti a dire sì a Conte-premier a seguito di precise garanzie di cui si è discusso ieri sera a palazzo Chigi.

Si parte quindi oggi pomeriggio. Alle 16, dopo la telefonata con il presidente emerito Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella riceverà la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. A seguire il colloquio con il presidente della Camera Roberto Fico, che in questa fase ha svolto un ruolo di mediazione non da poco. Infine la prima giornata di consultazioni si concluderà con l'incontro tra il presidente della Repubblica e i gruppi misti di Senato e Camera. Domani la giornata decisiva. I primi ad essere ascoltati saranno i parlamentari di Liberi e Uguali. A seguire il colloquio con i gruppi di Fratelli d'Italia guidati da Giorgia Meloni. Nel pomeriggio si riprende con i gruppi del Pd alle 16 e dopo un'ora i rappresentanti di Forza Italia con Silvio Berlusconi. Matteo Salvini e la delegazione della Lega salirà al Colle alle 18. Un'ora dopo la delegazione grillina che chiuderà il secondo giro di consultazioni alle sette di sera.

Tanta pressione sui partiti, ma - se alla fine uscirà domani un'indicazione chiara - tutto il tempo necessario al premier incaricato. Perché stavolta non si scherza e il governo dall'«ampio respiro» chiesto da Mattarella, deve mostrare di avere il fiato per arrivare alla fine della legislatura.
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Agosto 2019, 13:25
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