Fase 2, Zaia: «Riaprire dal 4 maggio o morire». Anche Lombardia, Piemonte e Sicilia in pressing sul governo. La scheda
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Una delle ipotesi, spiega Fabrizio Starace, psichiatra del Consiglio superiore di sanità e componente della task force, è quella di aperture differenziate tenendo conto delle caratteristiche dei vari territori. Ma la sua è l'unica voce che si leva in una giornata in cui era attesa una nuova riunione degli esperti: la task force, insediata da poco, ancora non è pronta a fornire le prime indicazioni all'esecutivo - inizialmente si era ipotizzato entro il fine settimana - e non si è nemmeno più riunita in plenaria dopo la videoconferenza del giorno di Pasquetta.
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Certo, ci si è divisi in vari sottogruppi e alcuni compiti sarebbero stati assegnati anche a singoli componenti, ma una plenaria era attesa nel pomeriggio e invece è stata rinviata. Il manager bresciano avrebbe comunque intensificato i contatti con il comitato scientifico e con il commissario Domenico Arcuri. I temi sul tavolo sono tantissimi, dagli approvvigionamenti di protezioni individuali a regime per rispondere alle necessità del sistema sanitario, ma molto lontane dalle esigenze di mascherine quotidiane se si dovesse far rientrare tutti al lavoro: se si decidesse di renderla obbligatoria per tutti per uscire di casa - come già sta accadendo in alcune Regioni - il fabbisogno crescerebbe a dismisura e di sicuro non si sarebbe pronti dall'inizio di maggio.
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Arcuri e Colao avrebbero discusso anche di metodi di tracciamento attraverso app anti-contagio che, ha detto poi Arcuri in tv, sarà volontaria e sperimentata in «alcune regioni pilota», mentre i test sierologici sul campione di 150mila persone saranno avviati da inizio maggio. C'è poi il grande nodo degli spostamenti e delle regole con cui riorganizzare l'accesso agli esercizi commerciali, dai negozi a bar e ristoranti, per consentire un rientro in sicurezza alla «nuova» normalità. Ma la Task force al momento è in stand by, visto l'iperattivismo dei governatori: accanto ad Attilio Fontana si schierano, seppur con accenti diversi, il Piemonte e il Veneto ma anche la Sicilia che, forte proprio del suo 'isolamentò naturale, chiede a sua volta di ripartire.
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Il presidente della Lombardia si dice pronto a dialogare con il governo, e annuncia che nel weekend inizieranno i lavori di una (ulteriore) cabina di regia con il ministro Francesco Boccia e i rappresentanti degli enti locali proprio per «discutere di quelle che possono essere le modalità di riapertura». A quel tavolo Fontana porterà la sua proposta ad esempio di spalmare il lavoro non su 5 ma su 7 giorni per evitare congestionamenti dei mezzi pubblici in orari di punta. Mentre il governatore del Piemonte Alberto Cirio prepara la distribuzione di 5 milioni di mascherine in tessuto multiuso ai suoi concittadini prima di introdurre l'obbligo.
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L'andamento in ordine sparso delle Regioni agita anche la maggioranza, col viceministro M5S Stefano Buffagni che torna in affondo contro la Lombardia e chiede a Fontana di «non seguire gli annunci di Salvini» ma di sedersi con il governo a «lavorare in modo serio» e il Pd che si oppone a soluzioni a macchia di leopardo e chiede un intervento nazionale. Preoccupatissimi anche i sindacati che hanno chiesto un nuovo incontro al premier Giuseppe Conte per essere coinvolti nella preparazione della fase 2, invocando una «regia nazionale» sulla sicurezza dei lavoratori e il rispetto alla lettera del protocollo siglato a metà marzo, da accompagnare con «sostegni legislativi».
LA SCHEDA DELLE REGIONI
Tra attesa e azioni di forza ecco le posizioni delle regioni sulle riaperture della Fase 2.
- VALLE D'AOSTA: la «riapertura» per la maggior parte delle attività non avverrà prima del 4 maggio. Alliance Valdotaine ha ribadito che «sicurezza sanitaria e sostegno al lavoro sono le priorità» invitando però a compiere «anche piccoli passi disciplinati per un ritorno progressivo alla normalità».
- PIEMONTE: «Parlare di normalità sarebbe imprudente, ma credo che il 4 maggio si possa iniziare una nuova normalità». Lo ha detto il governatore Cirio: «Aspettare a braccia conserte che il virus se ne vada per ripartire come prima è il più grande errore che si possa fare. Attrezzarci in questa fase per ripartire con una nuova normalità in sicurezza è il grande sforzo di responsabilità e lungimiranza che la politica tutta deve fare».
- LIGURIA: ha una task force che dovrà studiare la metodologia per riprendere le attività. Il governatore Toti auspica che ciò avvenga immediatamente dopo il 3 maggio in sicurezza. E per questo ha indicato di individuare alcune aziende pilota in cui poter sperimentare comportamenti da adottare per la ripartenza.
- LOMBARDIA: la regione guida il 'frontè della riapertura. Il governatore Attilio Fontana ipotizza di 'scaglionare il lavoro su 7 giorni anziché su 5, con orari di inizio diversi per evitare l'affollamento dei mezzi pubblicì. «Credo che si debba andare veloci» perché «comunque e in ogni caso dobbiamo cercare di fare ripartire la vita», sempre nel rispetto dei cittadini.
- VENETO: «Se ci sono i presupposti di natura sanitaria dal mondo scientifico, dal 4 maggio o anche prima si può aprire con tutto», ha detto Zaia: «dal 4 maggio dobbiamo essere pronti con dispositivi, regole, ovviamente negoziati con parti sociali e datori di lavoro. A me risulta che questo si stia facendo a livello nazionale con questa prospettiva. Non escludo che attività possono essere anche messe in una griglia di partenza, magari, un pò prima. Immagino che deadline sia il 4 maggio».
- ALTO ADIGE: «La tutela della salute ha la precedenza assoluta, anche per quanto riguarda la ripartenza, per non sprecare i primi successi», ha detto il governatore Kompatscher.
- FRIULI VENEZIA GIULIA: per Fedriga le Regioni non sono autonome nella riapertura e che si devono coordinare con il governo. Nel frattempo sta lavorando a un piano. Parola d'ordine è 'ripresa presto e in sicurezzà.
- EMILIA ROMAGNA: vuol provare a ripartire con alcune aperture di imprese prima del 3 maggio. Il percorso è di istituire tavoli provinciali sui singoli casi, d'intesa con imprenditori e sindacati. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare una proposta al governo in cui si chiede di autorizzare le deroghe, laddove ci saranno le condizioni di sicurezza.
- TOSCANA: il governatore Rossi sta tenendo incontri con imprenditori e sindacati per presentare entro il 27 aprile un piano di ripartenza delle attività produttive, con particolare riferimento alle aziende più esposte alla concorrenza internazionale come moda e meccanica: così la Regione si prepara alla riapertura delle attività per la data indicata dal governo.
- MARCHE: in generale si aspettano le indicazioni del governo, ma se le imprese sono sicure possono lavorare.
- UMBRIA: la Regione lavora per farsi trovare pronta per la 'fase 2' senza comunque adottare iniziative diverse da quelle previste dalle norme nazionali.
- LAZIO: la regione si sta preparando alla ripartenza della fase 2, ma saranno rispettati i tempi e le indicazioni nazionali.
- ABRUZZO: la Regione non ha ancora richieste specifiche sulla fase 2. Le ordinanze su orti e lavori per i balneari vanno nella direzione della riapertura del turismo, considerata primaria. Per il resto attesa su decisioni Fca Val di Sangro.
- MOLISE: «Osserviamo, riflettiamo e poi decideremo». Così il Presidente Toma.
- CAMPANIA: un piano regionale per lo screening di massa e l'acquisto di 3 milioni di mascherine. Questi i capisaldi della fase 2 ipotizzata per la Campania dal governatore De Luca.
- PUGLIA: «Ci stiamo preparando per la ripartenza. Non stiamo solo osservando la situazione e gestendo l'emergenza, ma a far ripartire la Puglia in sicurezza. Questo sarà fatta attraverso un rafforzamento di tutti i sistemi di sorveglianza. Le valutazioni sui tempi e modalità saranno fatte di concerto non solo con i tecnici ma anche con il supporto scientifico di tutto il mondo accademico pugliese. Se i numeri nei prossimi giorni ci daranno ragione partiremo con il piede giusto», ha detto il governatore Emiliano.
- BASILICATA: Agricoltura e l'automotive, con lo stabilimento di Melfi di Fca: sono i due settori che, il 4 maggio, si rimetteranno in moto. Il presidente Bardi sta valutando anche la ripartenza delle aree industriali, ma in sicurezza.
- CALABRIA: Ancora si attende di vedere l'evolversi della situazione, ma si attendono le indicazioni del governo.
- SICILIA: «Il premier ha chiesto alle Regioni di condividere con i ministeri competenti eventuali scelte di anticipare riaperture di attività. Valutiamo l'ipotesi che lo Stato propenda di andare oltre al 3 maggio, mentre la nostra posizione è che non si può andare oltre a quella data, perché in Sicilia ci troviamo in una condizione epidemiologica diversa da quella di altre regioni». Così l'assessore alla Salute, Razza.
- SARDEGNA: sta già lavorando alla ripartenza, da quando è stata messa a punto un'app per tracciare gli spostamenti che però attende il via libera dal Governo. Nel frattempo si pensa a salvare la stagione turistica puntando anche a recuperare una parte dei flussi esterni grazie al passaporto sanitario. Per riaprire agli spostamenti si fa strada l'ipotesi di rendere obbligatorie le mascherine per tutti.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Aprile 2020, 00:27
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