Elezioni politiche 2022, come sarebbe il Parlamento con un accordo o senza? Maggioranza al centrodestra

Nella prima ipotesi, Fratelli d'Italia si piazzerebbe al primo posto con il 23,9%. Staccando - di dieci punti percentuali - la Lega, al 13,3%, e FI al 7,1%

Come sarebbe il Parlamento (con un accordo o senza): maggioranza al centrodestra

di Martina Pigna

Corsa in coalizione o maratona in solitaria. È questo il dilemma che ancora affligge il leader di Azione Carlo Calenda, e che il prossimo 25 settembre rischia di incidere sulle sorti del centrosinistra. Lo dimostra con chiarezza l'ultimo sondaggio di Quorum/YouTrend realizzato per Sky TG24, che prende in considerazione entrambi gli scenari: sia quello del compromesso a sinistra (pur senza M5S), che quello dello strappo centrista. Nella prima ipotesi, Fratelli d'Italia si piazzerebbe al primo posto con il 23,9%. Staccando - di dieci punti percentuali - la Lega, al 13,3%, e FI al 7,1%. A loro si sommerebbe anche l'1,7% di Noi con l'Italia - Udc, per un totale di coalizione pari al 46%.
Al 33,2% del centrosinistra contribuirebbe, invece il PD per il 22,6%, seguito dalla federazione Azione/+ Europa, al 4,4%. Oltre al 5,7% di Sinistra Italiana ed Europa Verde, anche lo 0,6% detenuto dalla neo formazione di Luigi Di Maio, Impegno Civico (che da solo invece vale l'1,8% secondo lo stesso sondaggio).
In questa prima ipotesi inoltre, al M5s va il 10,9%, mentre Iv porta a casa, da sola il 2,2%, superata da ItalExit di Paragone al 2,8%.

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LO STRAPPO


Lo scenario muta - e non in meglio - per il leader di Azione nel caso dell'asse con Italia viva, ma fuori dal centrosinistra. Il centrodestra toccherebbe quota 47,6% grazie alla dote del 24,8% in seno a FdI e nonostante il lieve calo della Lega al 12,8%. Stabile Forza Italia al 7,1%, a cui si aggiunge il 2,9% di Noi con l'Italia -Udc.
Nel centrosinistra, la somma dei consensi di Pd ( 23%) Impegno civico (0,7%) e Sinistra Italiana/Europa verde (4,5%) non basterebbe nemmeno a superare la soglia del 30%, imponendo agli alleati lo stop al 28,2%. Se per i partiti non coalizzati anche nel primo scenario non si ravvisano grandi differenze - vedesi il M5s al 9,8% e ItalExit al 2,5% - non può dirsi lo stesso per il Centro. Che si preparerebbe a un esito non pienamente soddisfacente: con il 3,3% detenuto dalla federazione Azione/+Europa e il 3,5% di Italia Viva, i centristi incasserebbero in totale il 6,9%.
La strada della coalizione unita rimane in salita visto che il leader di Azione aspetta ancora garanzie circa «l'omogeneità» dei programmi e l'esclusione di esponenti contrari all'agenda Draghi dai collegi uninominali. Tuttavia è su questi ultimi che Calenda potrebbe contare, in caso di accordo con il Pd.
Se Azione corresse da sola, come anticipato dall'ex ministro del Mise, potrebbe confrontarsi con la destra sul proporzionale. Ma il terzo polo precluderebbe alla sinistra la chance di conquistare il tanto agognato pareggio. In entrambi gli scenari, pesa e non poco poi il numero degli astenuti e degli indecisi, rispettivamente a quota 36,3% e 34,6% . Una percentuale che i partiti sperano di riscattare, almeno in parte, al termine delle vacanze estive, nelle prime settimane di settembre, che rappresenteranno il clou della campagna elettorale. Con un paletto in più da rispettare a partire dal 10 settembre, quando, in base al regolamento dell'AgCom, i sondaggi non potranno essere più diffusi.
 


Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Agosto 2022, 12:16
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