Mario Draghi, in Senato, ha fatto un discorso politico. Da politico. Ha fissato nella lotta alla pandemia la «trincea» comune di tutti i partiti che lo sostengono. Ha cercato di lenire le ferite di 5Stelle, Pd e Leu, costretti a governare con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi dopo la caduta di Giuseppe Conte. E l’ha fatto con una sorta di discorso motivazionale: «Questo non è il fallimento della politica come ha detto qualcuno. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità, ma compie un passo avanti per rispondere alle necessità dei cittadini». Per poi lanciare un monito senza possibilità di appello: «Oggi l’unità non è un’opzione, è un dovere». Parole che aveva scandito sabato aprendo il primo Consiglio dei ministri.
I ministri di Draghi seduti ai banchi di Governo in Aula al Senato
Draghi, cosa accadrà ora
In più l’ex capo della Bce ha fatto capire di non avere l’ambizione di restare a lungo a palazzo Chigi. Anzi: «La durata di questo governo? Conta la qualità delle decisioni, il coraggio delle visioni, non contano i giorni». Tanto più che tra 11 mesi, a gennaio del prossimo anno, verrà eletto il nuovo capo dello Stato. E proprio Draghi è uno dei candidati più accreditati a succedere a Sergio Mattarella.
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Draghi, le due stoccate a Salvini
C’è però stato, nel discorso del nuovo premier, un “destinatario privilegiato” delle sue parole: Matteo Salvini.
Il leader della Lega, c’è da giurarci, però non si tirerà indietro. Il corpaccione del Carroccio, i ceti produttivi che lo sostengono, vogliono partecipare alla costruzione del piano per utilizzare i 209 miliardi del Recovery Fund. Per incidere nellle scelte. Per non restare ai margini. E questo Salvini lo sa. Da qui i numerosi bocconi amari che ha ingoiato e dovrà ingoiare.
Mario Draghi, il discorso integrale al Senato (tra riforme e citazioni di Cavour e Papa Francesco)
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Febbraio 2021, 15:05
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