Decreto rilancio, Conte cerca la quadra con la maggioranza: tregua su fisco sblocca l'impasse

Decreto rilancio, Conte cerca la quadra: tregua su fisco sblocca l'impasse
Slitta di 24 ore rispetto alle previsioni iniziali il Consiglio dei ministri che darà il via libera all'atteso decreto rilancio. Un decreto sul quale, in una riunione-fiume di diverse ore con i capi delegazione, il premier Giuseppe Conte ha cercato di trovare una quadra tra tutte le richieste arrivate dai partiti di maggioranza. A cominciare da Iv, decisa ad alzare la posta su fisco e turismo, a costo di frenare l'iter del provvedimento. E, solo a tarda sera, con la sospensione dell'Irap per la scadenza di giugno riesce, almeno per ora, a piegare le resistenze renziane. A complicare il quadro è l'uscita della bozza del decreto, una sorta di leit-motiv dell'intera emergenza coronavirus per il governo. Le opposizioni, infatti, salgono subito in trincea.

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«Basta con questo balletto in spregio al Parlamento», sottolinea l'azzurro Sestino Giacomoni mentre da Fdi si chiede chiarezza bocciando la diffusione di «bozze confuse». Conte, insomma, si vede costretto alla prudenza, anche perché dai 258 articoli del decreto da 55 miliardi dipende una buona parte della riuscita della fase 2 per l'Italia. Poi, in settimana, il capo del governo sarà chiamato a tirare le fila in vista del nuovo Dpcm che partirà il 18 maggio. Un Dpcm in cui, sulla base dei dati che verranno diffusi dal ministero della Salute e della relazione del Comitato tecnico-scientifico il premier potrebbe dare il suo placet ad una differenziazione regionale che «liberi», maggiormente, i territori dove il contagio è minimo. Del resto, nell'intervista al Corsera, Conte usa un cauto ottimismo. «Quest'estate andremo in vacanza, non sarà un'estate in quarantena», annuncia il presidente del Consiglio. Vacanze tutte italiane probabilmente, con tanto di tax credit per i redditi Isee non superiori ai 35mila euro all'anno. E il motivo, forse, non è solo epidemiologico.

Sulla ripresa della circolazione della liquidità in estate, l'Italia si gioca una fetta della sua ripartenza in vista di un autunno dove l'ombra di un crash dei conti resta attualissima. Proprio dal settore delle imprese, per il governo, arrivano i maggiori grattacapi sul decreto rilancio dopo la farraginosità rilevata per i prestiti bancari con garanzia statale decisi con il decreti liquidità. I ristori per le imprese fino a 5 mln di fatturato, non a caso, con il decreto rilancio arriveranno con bonifico delle Agenzie Entrate e anche sulla Cig si opererà una semplificazione. L'obiettivo del premier e del governo è di fatto fare in modo che le proteste di imprenditori e lavoratori per le lungaggini della burocrazia a giugno spariscano. Ma sono soprattutto i nodi politici a rendere spigolosissima la riunione decisiva nel governo sul dl rilancio.

La doppia quota che compone il Rem trova la soddisfazione del M5S ma non certo dei renziani ed emerge una certa tensione tra Pd e Iv anche sul bonus turismo, così come viene definito dalla bozza del decreto.
Alla fine il pre-Consiglio previsto per le 17 slitta a domani alle 11, preludio del Cdm atteso nel pomeriggio. Ma, nelle prossime ore, Conte è chiamato a trovare una quadra anche nel rapporto con la task force economica guidata da Vittorio Colao, che sarebbe tornato a manifestare più di un malumore. «Io non sto qui a fare brutte figure», avrebbe detto recentemente ai suoi collaboratori secondo quanto riferito in ambienti parlamentari.

 
Ultimo aggiornamento: Domenica 10 Maggio 2020, 22:42
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