Ddl Zan tra incognite e voti segreti: le prossime tappe al Senato

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A poche ore dal suo debutto nell’aula del Senato, ancora è avvolto nella nebbia il destino del ddl Zan contro la transomofobia. La Lega spera ancora che Italia Viva dica sì alla proposta di mediazione presentata da Andrea Ostellari, il leghista presidente della commissione Giustizia di palazzo Madama. Il Pd, i 5Stelle, Leu, invece chiedono a Matteo Renzi di dimostrarsi «coerente» e di confermare il patto siglato nel novembre scorso alla Camera che permise il via libera di Montecitorio.

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Italia Viva aveva votato assieme al “fronte progressista” per portare il testo in Aula. Ma Renzi continua a sollecitare una mediazione con la Lega e il centrodestra per far passare la legge: «Se allarghi la base parlamentare, il provvedimento passa. La Lega chiede di cambiare due punti, se puoi approvarla insieme è meglio». La risposta è arrivata a stretto giro da Dario Parrini, presidente della Commissione Affari costituzionali e uno dei parlamentari più vicini a Renzi, quando questi era segretario del Pd: «Il ddl Zan va bene così com’è. Potrà essere approvato senza problemi se tutti quelli che lo hanno votato alla Camera lo voteranno anche al Senato. Il punto di fondo è il seguente: chi pare avere una gran voglia di agire come portaborracce di Salvini deve farsela passare. Per la semplice ragione che l’obiettivo di Salvini è insabbiare il provvedimento, non migliorarlo. Parlano di mediazione, cercano in realtà una decapitazione».

Le prossime tappe

Ostellari da par suo ha rilanciato la sua proposta, depositata giovedì in Commissione e che recepisce le stesse proposte di modifica di Italia Viva, come l’eliminazione del termine «orientamento sessuale». Domani alle 16,30 inizierà la discussione generale sul testo in Aula, ma alle 15 c’è una seduta della Commissione in cui Ostellari ha inserito all’ordine del giorno il ddl Zan: «Se si insiste sulla calendarizzazione in Aula si rischia di allungare i tempi e si rischia anche l’affossamento» ha affermato.

Detto in altri termini se la Commissione votasse per chiedere all’Aula di rimandare il testo di nuovo in Commissione per riaprire il confronto, alle 16,30 l’Aula dovrebbe votare su questa proposta. Come tornare al via nel gioco dell’oca.

Italia Viva dovrebbe tornare sui propri passi rispetto al 6 luglio, quando con Pd, M5s, Leu e Autonomia votò appunto per andare in Aula. «Ostellari», ha detto irritata la dem Lia Quartapelle, «come presidente ha fatto di tutto per ostacolare la discussione, ha convocato 170 audizioni che non sono un approfondimento ma un ostacolo alla discussione». «Il ddl Zan è già in aula e da domani comincerà il suo iter», ha aggiunto Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori del Pd, «abbiamo chiesto e ottenuto la calendarizzazione in aula esattamente per evitare che Ostellari continuasse, come sta facendo da 8 mesi, a lavorare per affossarlo come peraltro le cronache dimostrano».

In commissione i senatori sono 25, con Giuseppe Cucca di Iv e Julia Unterberger (capogruppo delle Autonomie), l’altra dubbiosa, che risulterebbero decisivi in caso di retromarcia. Nei gruppi di Pd, M5s e Leu non si crede a questo scenario anche perché segnerebbe una rottura forse definitiva tra Iv e centrosinistra e un nuovo asse politico tra Renzi e Salvini, che stante l’attuale legge elettorale rappresenta una incognita per Italia Viva.

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Comunque vada a finire, i tempi non sono brevi. La conferenza dei capigruppo dovrebbe fissare, sempre domani, il termine per la presentazione degli emendamenti che dovrebbe essere mercoledì, mentre in aula si svolgerà la discussione generale. Poi, da giovedì, dovrebbero cominciare le votazioni. Con la doppia incognita: Italia Viva e i voti segreti. Ma non è escluso un rinvio alla prossima settimana delle prime votazioni.

 

Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Luglio 2021, 16:22
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