Ddl Zan, da Giorgia Meloni a Enrico Letta: le reazioni alle parole di Draghi

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«Il nostro è uno stato laico, non è uno Stato confessionale e il parlamento è libero libero di discutere, di legiferare. Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per verificare che le nostre leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il Concordato con la Chiesa». Sono queste le parole pronunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi in Aula al Senato, con chiaro riferimento al dissenso espresso dal Vaticano sul Ddl Zan. Immediate le reazioni nel mondo politico e delle associazioni, da Giorgia Meloni, che ha chiesto di sospendere momentaneamente l'iter parlamentare della norma, a Enrico Letta, che ringrazia il premier riconoscendosi appieno nelle sue parole. 

Ddl Zan, Draghi scuote la politica

«Ci riconosciamo completamente nelle parole di Draghi in Parlamento sulla laicità dello Stato e sul rispetto delle garanzie». Lo scrive su twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.

«Dal Presidente Draghi parole altissime e sagge, che ci confortano in questo momento. Ha ricordato che il nostro è uno stato laico e ha messo al centro il Parlamento e le sue prerogative». Lo dichiara la senatrice del Pd Monica Cirinnà, responsabile nazionale dei diritti. «Ha ricordato che nel nostro sistema esistono tutte le più opportune garanzie per assicurare la legittimità costituzionale delle leggi; e che la laicità non è indifferenza al sentimento religioso, ma tutela del pluralismo e delle diversità culturali come affermato fin dal 1989 dalla Corte costituzionale nella fondamentale sentenza sull'insegnamento della religione cattolica nelle scuole. Un ottimo intervento, che conferma la necessità di procedere nei lavori parlamentari sul ddl Zan, avendo come faro - con la laicità - la tutela della dignità delle persone. Sento di ringraziare il Presidente Draghi per aver difeso, con le sue parole, la Repubblica, il Parlamento e la loro autonomia e indipendenza, come vuole l'articolo 7 della Costituzione».

«Il premier Draghi in merito all'ingerenza vaticana sul ddl Omotransbifobia, pur ribadendo che lo stato è laico, fa come Ponzio Pilato e non prende posizione sulla legge, lasciando così la legge nel pantano delle correnti di partito ed a rischio di affossamentò». Lo dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale.

 

Sulla controversia tra la Santa Sede e lo Stato italiano sul Ddl Zan «penso che Draghi debba riferire e penso che l'iter parlamentare della norma, finché non si dirime questa controversia, debba essere momentaneamente sospeso». Così la presidente di FdI Giorgia Meloni conversando con i giornalisti a Bruxelles.

«Il nostro è uno Stato laico, non uno Stato confessionale quindi il Parlamento è libero di discutere e di legiferare. Parole nette di Draghi su ddl Zan, che chiudono l'inutile polemica sul rapporto di rispetto e autonomia col Vaticano. Ora la politica faccia la politica». Lo scrive su Twitter Marco Di Maio, vice-presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera.

«Condivido le ottime parole del Presidente Draghi sulla laicità del nostro Stato. Ora spetta al Senato senza ulteriori perdite di tempo approvare una legge che pone l'Italia nell'Europa dei diritti, prendendo le distanze dal modello discriminatorio e vergognoso di Orban». Lo scrive Alessandro Zan del Pd su twitter.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Giugno 2021, 21:08
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