Archiviate in rosso Pasqua e Pasquetta non resta che rispondere alla più classica delle domande sull'immediato futuro: che estate sarà? La risposta dipende dalla campagna di vaccinazioni. Ormai oltre 10 milioni di italiani hanno ricevuto almeni una dose del farmaco anti-Covid e probabilmente altri 5 milioni sono immuni per averlo contratto anche senza esserne consapevoli. Quindi ad oggi circa il 25% della popolazione è protetto. Se davvero fra aprile e maggio si riuscisse a immiunizzare altri 20/25 milioni di italiani proteggendo così almeno il 50% della popolazione è ragionevole supporre che da giugno si possa pensare alle prime aperture sostanziali come in questi giorni sta facendo la Gran Bretagna.
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Il tema del pass vaccinale
Un ruolo importante l'avrà il pass-vaccinale che dovrebbe essere consegnato a tutti i vaccinati sulla base delle indicazioni dell'Unione Europea. Il passa sarà fondamentale per consetire - sia pure mantenendo molte precauzioni - la ripresa dei viaggi aerei o in treno a lunga percorrenza.
Che estate si prospetta allora? Da più parte si segnala il boom delle case di vacanza. Segno che buona parte degli italiani si prepara a una vacanza che esponga poco ai contagi le proprie famiglie.
Ma se davvero le vaccinazioni si faranno in massa è possibile che il prossimo agosto sia molto meno blindato rispetto alle disposizioni attuali.
Le ipotesi sul campo
Quali sono le ipotesi migliore e la peggiore? «Se avessimo una massa critica di vaccinati, soprattutto tra gli anziani, sufficiente a ridurre drasticamente i malati gravi, potremmo anche decidere di non chiudere, ma è difficile sia per la prossima estate - argomenta Bonanni - a meno che la velocità con cui stiamo andando con le vaccinazioni non aumenti esponenzialmente in modo da arrivare a giugno-luglio con una quota del 50-60% della popolazione vaccinata, come pensavamo all’inizio. L’ipotesi peggiore è che arrivi e diventi predominante una variante poco coperta dal vaccino, tipo la variante sudafricana (che è probabilmente la peggiore dal punto di vista del mantenimento dell’efficacia dei vaccini): in quel caso continueremmo ad avere un numero di casi troppo elevato e cambierebbe poco rispetto a come stiamo adesso. Lo scenario migliore potrebbe essere quello in cui, nonostante la variante inglese diventata predominante (come con ogni probabilità succederà), recuperiamo i ritardi nella vaccinazione e a quel punto potremmo avere un numero di casi talmente basso da permetterci di riaprire alla libera circolazione».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Aprile 2021, 08:14
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