Coronavirus, i partiti si anticipano con il decreto rilancio i fondi versati dai contribuenti

I partiti si anticipano con il decreto rilancio i fondi versati dai contribuenti
Coronavirus, le misure di emergenza messe in campo dal governo per sostenere imprese e famiglie non dimenticano i partiti. Nel decreto rilancio per fronteggiare la crisi, che dovrebbe essere varato stasera, entra anche un articolo per anticipare i soldi alle forze politiche. In tutto si parla di una cifra che l'anno scorso è stata di circa 18 milioni. 

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«In via straordinaria per l'anno 2020», recita la norma, è prevista l'erogazione a titolo di acconto entro il 31 agosto di una somma pari a quella erogata nel 2019 e calcolata - come previsto dalla riforma che ha cancellato il finanziamento pubblico nel 2014 - sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche. Da quando è stato introdotto il nuovo sistema infatti con il due per mille i contribuenti possono scegliere di finanziare il partito che preferiscono, destinando una quota delle loro tasse. Il saldo del finanziamento per quest'anno verrà poi corrisposto, come ogni anno, entro il successivo 31 dicembre «in base alle risorse destinate dai contribuenti sulla base delle dichiarazioni dei redditi per l'anno 2020». «Qualora l'acconto corrisposto ai sensi del presente comma sia superiore a quanto effettivamente spettante, il partito beneficiario è tenuto a restituire la differenza mediante versamento al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato», si legge ancora nella norma. 

La decisione di anticipare i fondi ai partiti, spiega la relazione illustrativa del provvedimento, è stata presa «in considerazione della situazione straordinaria determinatasi a seguito della emergenza sanitaria Covid 19». Quest'anno infatti, fra i provvedimenti presi per gli effetti della pandemia, c'è la proroga fino al 30 settembre dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Un rinvio che rischiava di far slittare i termini dell'erogazione dei soldi ai partiti. O comunque di far arrivare un acconto calcolato su un importo nettamente più basso di quello dell'anno precedente, dato che gli italiani avranno più tempo per presentare il 730 e per esecitare la scelta sui soldi ai partiti.

L'anno scorso oltre 1,3 milioni di contribuenti, pari al 3,3% sugli oltre 41 milioni totali, hanno deciso di destinare il due per mille della propria dichiarazione dei redditi a una formazione politica. Complessivamente ai partiti lo scorso anno sono stati distribuiti 18 milioni, contro i 14 milioni dell'anno precedente. 

Premiato soprattutto il Pd: il Partito democratico ha incassato oltre 8,4 milioni, pari al 42% di chi ha scelto di destinare la quota della propria Irpef ai partiti. La Lega ha incassato 3 milioni, Fratelli d'Italia 1,17. Fuori dalla distribuzioni il Movimento 5 stelle che non ha trasmesso il proprio statuto all'apposita commissione di garanzia e non può accedere al 2 per mille.

 
Ultimo aggiornamento: Domenica 10 Maggio 2020, 17:56
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