Conte, la tentazione “rossa”: M5S e il polo con Sinistra Italiana ed Europa Verde. «Aperti al dialogo»

Ma prima serve la rottura con il Pd: «Insieme possiamo valere il 15-18%»

La tentazione “rossa”: M5S e il polo con Sinistra Italiana/Europa verde. «Aperti al dialogo»

di Francesco Malfetano

«I contatti ci sono sempre stati, abbiamo anime affini. Ma ora ci vuole tempo». A chi chiede di un'ipotetica alleanza tra il Movimento 5 stelle e Sinistra Italiana/Europa verde, i leader di tutte e tre le forze politiche coinvolte rispondono allo stesso modo: «Niente veti». Un messaggio che, depurato dall'equilibrismo dialettico necessario in questa fase, sta a significare «facciamo i nostri conti e se son rose fioriranno».

Un attendismo motivato soprattutto dal fatto che la rottura tra Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni ed Enrico Letta ancora non si è consumata del tutto. L'incontro previsto per ieri è stato rinviato ad oggi dai primi due, appositamente per marcare il punto e aumentare la tensione (e la possibilità di strappare qualcosa). Né SI né EV hanno infatti intenzione di sottostare alle condizioni stabilite da Carlo Calenda e, spiegano, resteranno nella coalizione lettiana solo se gli sarà garantita un'eguale «libertà di coscienza» in campagna elettorale attraverso «una rinegoziazione delle percentuali assegnate ai seggi dall'accordo Azione-Pd e una ridefinizione dei programmi». Senza dimenticare che entrambi sarebbero anche disposti a spingere per far rientrare nel fronte il M5S. Ciò che chiedono è che vanno elaborati in maniera differente i contorni dell'alleanza, altrimenti - anche se in pochi tra i dem oggi ci credono davvero - un'alternativa al progetto dei Democratici Progressisti potrebbe essere già pronta.

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RESISTENZE

Ieri mattina infatti sembrano essere state vinte quelle resistenze interne al Movimento che ritenevano un avvicinamento con i rosso-verdi «meno vantaggioso di quanto possa sembrare - spiega una fonte ai vertici dei cinquestelle - Con Fratoianni e Bonelli faremmo una scelta di campo che forse rischierebbe di allontanarci un po' da quel voto di protesta che abbiamo perso rispetto alle elezioni del 2018 e che ora puntiamo a riconquistare almeno in parte». E così Giuseppe Conte stesso ha iniziato il corteggiamento: «Con noi c'è sempre la possibilità di dialogare» ha detto ieri mattina. Subito seguito anche dai big del suo partito. «Con Bonelli e Fratoianni abbiamo molti temi in comune e se ci si incontrerà sul programma credo che sarebbe cosa giusta provare a costruire un percorso comune» ribadisce ad esempio la vicepresidente del Movimento e fedelissima contiana Alessandra Todde.

L'intesa «tecnica» per dirla con le parole dello stesso Bonelli, del resto si baserebbe principalmente su due punti: il rifiuto dell'agenda Draghi e una forte vocazione ambientalista.

I MALUMORI

In ogni caso l'operazione ha scatenato anche qualche malumore all'interno dei dem. Il fronte rosso più a sinistra del Pd infatti, non solo «può valere almeno tra il 15 el 18%» (come stimano i cinquestelle) ma finirebbe anche con il polverizzare in termini di seggi uninominali l'utilità del patto siglato con Calenda. Con in aggiunta la nota negativa che l'ala più a sinistra delle correnti dem vede potenzialmente molto più di buon occhio un riavvicinamento con SI ed EV che con Azione, anche nell'ottica di non perdere del tutto il lavoro già compiuto sul campo largo. In pratica Letta si trova tra due fuochi e Conte potrebbe approfittarne.

Per il momento però, da via di campo Marzio vengono smentiti faccia a faccia programmatici. Il presidente del Movimento «attende, non può fare altro». Ma intanto, oltre alla calcolatrici, si tirano anche già fuori le cartine dell'Italia: «Insieme possiamo portare a casa anche altri 4 o 5 collegi uninominali. Insieme a Fratoianni Pisa diventa contendibile - ragiona un volto noto del Movimento - e lo diventerebbero grazie ai Verdi anche alcune zone della Sardegna o del napoletano, a cui noi aggiungiamo già Acerra».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Agosto 2022, 07:22
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