Il Movimento 5 Stelle alza la cortina fumogena per coprire le spaccature che lo dilaniano da mesi e che continuano a farlo precipitare nei sondaggi e, per offuscare la nascita del partito di Luigi Di Maio. Così ieri Grillo ha pubblicato sul suo sito un post che sa del Beppe vecchio stile, quando sul suo blog postava articoli al fulmicotone con il nome e la foto del giornalista del giorno, che per qualche motivo risultava sgradito al Movimento. Ma anziché prendersela con i media, stavolta il comico ha deciso di attaccare frontalmente Luigi Di Maio e i 70 parlamentari ex grillini che passati con il ministro degli Esteri, mettendo le loro foto e definendoli degli zombie: «Sapevamo fin dall’inizio – il messaggio – di dover combattere contro zombie che avrebbero fatto di tutto per sconfiggerci o, ancor peggio, contagiarci. E così è stato: alcuni di noi sono caduti, molti sono stati contagiati. Ma siamo ancora qui, e alla fine vinceremo, perché abbiamo la forza della nostra precarietà: siamo qui per combattere, non per restare, e questa nostra diversità è spiazzante per gli zombie».
LE GRANE
Nelle stesse ore in casa 5 stelle scoppiava la nuova grana sulle modalità di selezione dei candidati alle prossime elezioni politiche, le parlamentarie. Il metodo con cui i grillini fanno votare ai loro iscritti i nomi da candidare alle elezioni, sistema che Conte vorrebbe bypassare per riuscire a piazzare qualche fedelissimo nelle liste, visto che il suo tentativo di ottenere delle deroghe che consentissero ai suoi uomini di essere rieletti è stato bocciato da Grillo. Così ha iniziato a circolare la notizia che entro oggi dovrebbero essere rese note delle nuove regole di ingaggio per selezionare gli aspiranti deputati e senatori M5S, in modo da favorire Conte, ma su cui Grillo nei giorni passati aveva espresso la propria contrarietà. E invece pare che Grillo sia ora pronto a cedere sui capilista, lasciando all’ex premier la possibilità di indicarli, e anche sul principio di territorialità, vale a dire la vecchia regola grillina per cui ci si candida nelle file del Movimento solo nella propria regione di residenza. Si tratta di una norma, quest’ultima, che avrebbe messo a rischio la corsa di alcuni dei pochi big rimasti dopo la “tagliola” del doppio mandato: Stefano Patuanelli e Chiara Appendino solo per fare alcuni nomi. Mentre la candidatura di Alessandro Di Battista dovrebbe ormai essere sicura. Secondo fonti vicine a Conte, il principio di territorialità dovrebbe essere superato, con il placet del comico ma dallo staff del genovese non sono dello stesso parere.
Ci sarebbe il disco verde di Grillo alla possibilità per Conte di indicare i nomi da mettere ai primi posti nei listini proporzionali.
Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Agosto 2022, 12:41
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