Luigi Di Maio: firme M5S contro di me? Solo un grande malinteso

Di Maio e la raccolta firme M5S: «Solo un grande malinteso»
«Le firme contro di me sono un grande malinteso»: Luigi Di Maio minimizza il documento che mette in discussione la sua leadership, firmato da 70 parlamentari M5S. «Sono stato eletto capo politico con l'80% di preferenze, non con il 100% ed è giusto che ci sia chi non è d'accordo ma far passare quelle 70 firme per 70 firme contro di me... Ci sono persone che potrei definire amiche e con cui lavoro ogni giorno che mi hanno chiamato e mi hanno detto che è un grande malinteso: "non è contro di te ma per rafforzare il gruppo parlamentare"», dice da New York il ministro degli Esteri ai microfoni di Rainews24.

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Intervistato da Sky News, poi, Di Maio torna attacca Matteo Salvini sulla vicenda fondi russi: «Mi auguro che ci sia il consenso in parlamento per far partire la commissione d'inchiesta sui fondi ai partiti». «Penso - aggiunge - che il governo sia caduto anche per la volontà della Lega di non far partire quella commissione». Sulla vicenda dei presunti fondi russi, «invece di provare a portare in parlamento uno che da ministro neanche è voluto venire a riferire, sosterrei l'idea di una commissione non solo sul caso specifico ma su tutti i finanziamenti ai partiti negli anni scorsi».

Il tema migranti: «Se l'Italia viene lasciata sola c'è un'emergenza ma devo dire che con l'accordo di Malta, a differenza di quando venivano fatti sbarcare anche con il ministro Salvini perché si sequestravano le navi e ce li dovevamo tenere tutti, adesso abbiamo un meccanismo di redistribuzione». Comunque «il problema dei migranti non si risolve distribuendoli negli altri Paesi europei ma fermando le partenze e per questo siamo impegnati in vari colloqui sulla stabilità della Libia, per fermare il conflitto e evitare che il Paese diventi ulteriormente una rotta di migranti verso l'Italia». Di Maio si è detto «contento» per l'accordo raggiunto a Malta «ma non voglio enfatizzarlo». 

Il nodo Iran.
La discussione tra i ministri si è focalizzata sulle questioni internazionali di maggiore attualità, tra cui la Libia, su cui Di Maio ha ribadito la posizione dell'Italia da sempre in favore dell'unità, sovranità e integrità territoriale del Paese. Vanno create, ha aggiunto, le condizioni per il rilancio del processo politico, concentrando l'attenzione sul raggiungimento di un cessate il fuoco duraturo, accompagnato da un meccanismo di monitoraggio e dall'attuazione di misure che creino fiducia. È necessario mantenere l'Iran costruttivamente coinvolto, con l'obiettivo di impedire che acquisisca l'arma nucleare: lo ha sostenuto Luigi Di Maio partecipando alla riunione dei Ministri degli Affari Esteri del G7 - a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite - presieduta dal capo della diplomazia francese, Jean-Yves Le Drian. Di Maio ha sottolineato che l'Italia è pronta a sostenere ogni iniziativa diplomatica che serva a ridurre le tensioni e a salvaguardare l'accordo nucleare.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Settembre 2019, 10:25
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