Il coraggio di Mario: «Curo la mia depressione con la mia batteria speciale»
di Francesca Cicatelli
Una presenza inafferrabile la sua. È sempre in tour itinerante per i vicoli e le strade della città. Assistere ad un suo concerto è un privilegio per chi crede al caso, all’ accidente, all’incontro fortuito. Muore e risorge ogni giorno passando dal buio interiore in cui è immerso senza sosta alla rinascita inghiottito dal capannello di pubblico. Due abbracci in contrapposizione, quello dell’ oscurità e delle persone, che ammalano e risanano.
La batteria avrebbe voluto imparare a suonarla a 10 anni, alla fine gliel’ha insegnata il dolore che Mario percuote con Vic Firth di fortuna realizzate con manici di mestoli e scotch a colpire ride e splash e la sella dello scooter che ogni giorno, sgombrato dai sogni, lo riporta a casa.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Maggio 2019, 21:08
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