Nadia Toffa, un anno fa la morte: lettere di centinaia di fan per ricordarla

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di Ilaria Ravarino
Centinaia di lettere. Dure, sincere, strazianti, dolcissime. Genitori con i figli in chemioterapia, malati in cerca di ascolto, testimoni di quella malattia, il cancro - spesso mortale, sempre cattivissimo - che il 13 agosto di un anno fa si portò via a quarant’anni anche la voce giovane, e la testa brillante, della cronista televisiva Nadia Toffa

Centinaia di lettere - lettere, non email: il dolore cerca un approdo concreto, rifugge il digitale - cui la madre di Nadia, la signora Margherita, ancora oggi si dedica come una missione: le apre, le legge, ci pensa, risponde. “Guardo la foto di Nadia, e mi lascio ispirare”. A un anno dalla morte, avvenuta il 13 agosto del 2019 per tumore cerebrale, la Nadia Toffa de Le Iene è diventata la Nadia Toffa di tutti, fenomeno della cultura popolare, simbolo positivo di ribellione (alla malattia) e resilienza: la sua immagine è nelle ambulanze di Milano, il suo nome nel reparto di oncoematologia pediatrica di Taranto, i suoi scritti in libreria (i libri, Fiorire d’Inverno, Non fate i bravi, ma anche le canzoni: una inedita, La donna altalena, uscirà domani), i suoi servizi rimbalzano ancora su YouTube (il più visto il suo “Suicidio con raggiro in Svizzera”, quasi 600.000 visualizzazioni).

Facebook la ricorda con una decina di gruppi dedicati - e attivissimi: il Nadìa Toffa Fan Club ha una media di 70 post al giorno - almeno quaranta account su Instagram (quello di Nadia è fermo dal giorno della morte, ma i commenti continuano a crescere) e persino il giovanissimo Tik Tok - il social che nell’ultimo anno di vita di Nadia muoveva in Italia i primi passi - la celebra, con una selezione dei suoi migliori video che ha già collezionato 600.000 visualizzazioni. Le Iene, la trasmissione cui Nadia approdò dopo l’esperienza da conduttrice su Italia 1 con il talk “web friendly” Open Space (gli utenti Reddit ancora si interrogano: Nadia era una di loro?), la ricorderà domani con una puntata omaggio in prima serata “in cui mostreremo - racconta l’autore Davide Parenti - le cose belle che ha fatto per noi, i retroscena dei servizi e i suoi momenti di fragilità”. 

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Dieci anni da “iena”, prima da inviata e poi da conduttrice, con il servizio d’esordio sull’Ilva di Taranto (città che le ha dato la cittadinanza onoraria) e una corsa all’ultimo scoop che l’ha portata a toccare argomenti caldi come la Terra dei fuochi o la baby prostituzione a Bari. Il 2 dicembre del 2017 un malore segna l’inizio del calvario: sviene in un albergo di Trieste, viene portata in elicottero in ospedale. Torna in tv l’11 febbraio, e l’esordio è di quelli indimenticabili. “Allora - dice, senza troppi giri di parole - ho avuto un cancro”. A marzo la recidiva, cui Toffa risponde fotografandosi con foulard e parrucche colorate, per condividere con il pubblico ogni passo della malattia. Post su Instagram, video su YouTube, la presenza in tv nei talk show: il botta e risposta con gli haters, che la accusano sui social di pubblicizzare il dolore, non ferma la sua determinazione. Ma la sua salute peggiora a maggio 2019, e pochi mesi dopo - ricoverata in una casa di cura a Brescia - Nadia smette di combattere. I colleghi de Le Iene, riuniti per lei in tv, le dedicano un tributo che è ancora uno dei video più visti digitando il nome di Nadia su You Tube, anche se meno cliccato della video intervista rilasciata dalla giornalista poco prima di morire: “Io non vi lascerò mai - dice ai microfoni di una trasmissione - E non è una promessa: è una minaccia”.
 
 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Agosto 2020, 00:53
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