Maradona, il fratello Hugo in lacrime a Domenica In. «Diego era un padre, ma non lo vedevo da 2 anni»

Maradona, il fratello Hugo in lacrime a Domenica In. «Diego era un padre, ma non lo vedevo da 2 anni»

di Paolo Travisi

Hugo Maradona e Paola Marra, il fratello e la cognata di Diego Armando Maradona sono in lacrime, nel collegamento da Napoli con il salotto tv di Domenica in, per ricordare il genio del calcio.

"E' diverso da tutto quello che stanno dicendo in questi giorni, per me era un vero fratello, un secondo padre. Con lui è andato via un pezzo della mia vita. Con Diego non ci vedevamo da due anni, ci saremmo dovuti vedere a Matale. Per colpa del Covid non sono potuto tornare in Argentina per i funerali di Diego" racconta tra le lacrime Hugo Maradona.

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"Mi ha telefonato qualche domenica fa, erano le 3 del mattino e mi disse stai dormendo? No, sto ballando e ci mettemmo a ridere, le nostre conversazioni erano così, parlavamo delle cose nostre, se stava sereno, se stava bene" dice ancora Hugo Maradona, a cui Mara Venier chiede perché è morto?

"Sto aspettando l'autopsia, la mia idea è che dirà tutto. Poi chi ha fatto male le cose deve pagare, chi ha fatto bene, deve avere i meriti. L'autopsia parlerà da sè, inutile farlo prima. Diego ha avuto tutti i problemi del mondo, si faceva del male da solo, ma era una bonaccione. L'unica cosa che calma il mio dolore è che ora starà insieme a mia madre, che lui considerava la sua prima fidanzata".

A prendere la parola è la moglie di Hugo Maradona, Paola Marra che del pibe de oro, dice "era una persona di fama mondiale, ma lui mi ha sempre trattato come una di famiglia. Non è la persona che stanno facendo vedere, era un buono, molto generoso con tutti. E' doloroso sentir raccontare della sua vita, le cattiverie che stanno dicendo non mi piacciono".

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Ciro Ferrara

"Mi trema la voce, spero di poter rispondere alle tue domande Mara" dice un commosso Ciro Ferrara in collegamento da Torino, per anni collega di squadra di Maradona al Napoli, ma soprattutto amico del goleador argentino. "Quando hai fatto vedere la presentazione di Diego a Napoli, ero un ragazzino degli allievi e Maradona venne presentato alla città e 20 giorni dopo, mai avrei pensato di trovarmi in ritiro con la squadra insieme a Diego.

Credo che sono stato l'unico che per 7 anni al Napoli, è stato un compagno ed un amico. Il nostro legame è continuato nel tempo, sono stato l'unico italiano per il suo addio al calcio allo stadio La Bombonera e lui venne nel 2005 quando lasciai io il calcio. Tornava a Napoli dopo 14 anni, e non fu il mio ritiro, ma il suo ritorno a Napoli, perché Diego aveva bisogno del calore della città. Diego è stato un personaggio con delle zone di ombre e fortissime zone di luce, che non sempre sono state raccontate. Maradona non è quello raccontato in termini negativi, per me è un'amicizia che mi mancherà tantissimo. Sono dieci giorni che sono chiuso in casa, ho rifiutato interviste"

Perché Diego è rimasto in quella casa dopo l'operazione al cervello? chiede Mara Venier a Hugo Maradona. "Vedendolo così può sembrare in una casa precaria, ma stavano adeguando l'altra casa per dargli tutte le comodità. Diego non voleva stare in clinica, anche se secondo me doveva restare lì. Non penso sia stato abbandondato, stava con i dottori e con mia nipote che stava vicino a lui. E' difficile parlare da qui, perché io non so bene cos'è successo. Io tutti i giorni parlavo con l'ex-moglie, le sue figlie, e loro tutti i giorni andavano da lui" ha detto ancora Hugo Maradona.

Giampiero Galeazzi

A parlare di Maradona anche il cronista sportivo della Rai, Giampiero Galeazzi: “l'ho vissuto come sportivo, ma anche fuori dal campo. Non doveva succedere di morire lì da solo, abbandonato, alla periferia di Buenos Aires senza neanche i suoi familiari. Come si può lasciare un campione come lui in quelle condizioni? Se fosse rimasto a Napoli, non sarebbe mai successo, perché Napoli ha un cuore grande.

 

Ultimo aggiornamento: Domenica 6 Dicembre 2020, 16:21
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