Lino Capolicchio, morto l'attore protagonista de "Il giardino dei Finzi Contini". Aveva 78 anni

Addio a Lino Capolicchio, l'attore protagonista de "Il giardino dei Finzi Contini". Aveva 78 anni

di Ilaria Ravarino

Era uno dei “grandi vecchi” del cinema italiano, attore feticcio di Pupi Avati e volto dei film di militanza come di quelli di genere e poliziotteschi, oltre che voce italiana di Bo Duke nel telefilm Hazzard degli anni Ottanta. Si è spento nella notte a 78 anni il meranese Lino Capolicchio, David di Donatello nel 1971 come protagonista de Il giardino dei Finzi Contini di Vittorio De Sica, attore di Metti una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi, de Il giovane normale di Dino Risi e de La casa delle finestre che ridono di Pupi Avati.

La carriera

Allievo dell’Accademia d’Arte Drammatica, che frequentò contro il volere del padre, Capolicchio esordì nei primi anni Sessanta al Piccolo Teatro di Milano nella compagnia di Giorgio Strehler, per approdare poi sul set con Il conte di Montecristo Rai di Edmo Fenoglio e La bisbetica domata di Zeffirelli tratta da Shakespeare. Il primo ruolo importante fu in Escalation di Roberto Faenza, girato nel pieno della contestazione sessantottina. Ma risale a questo periodo anche l’incontro professionale con Giuseppe Patroni Griffi, Dino Risi e Giuseppe De Santis, per cui Capolicchio girò Un apprezzato professionista di sicuro avvenire.

Dopo la parentesi con De Sica ne Il giardino dei Finzi Contini, e il lavoro con Carlo Lizzani nel film che racconta gli ultimi giorni di Mussolini, Mussolini: ultimo atto, Capolicchio entrò nel territorio dei film di genere, girando prima il poliziottesco pulp La legge violenta della squadra anticrimine, poi l’horror di Pupi Avati La casa dalle finestre che ridono.

Proficua la collaborazione con il regista bolognese, per cui l’attore avrebbe lavorato anche ne Le strelle del fosso e nelle serie tv Jazz Band e Cinema!!!, per proseguire nei decenni successivi con Noi Tre, Ultimo minuto, Fratelli e sorelle. Dagli anni Ottanta in poi la sua passione per il teatro prese il sopravvento sul cinema, dove tornò solo per i fratelli Taviani (Fiorile), Peter Del Monte (Compagna di viaggio) e Renzo Martinelli (Porzus), e sulla tv, che frequentò esclusivamente impegnandosi su temi di forte vocazione civile (Un delitto impossibile, Il sequestro Soffiantini, Al di là delle frontiere). Capolicchio si cimentò anche nella regia cinematografica, esordendo nel 1995 con il docudrama Pugili, cui seguì nel 2002 Il diario di Matilde Manzoni.

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Maggio 2022, 09:42
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