Elisabetta Franchi replica alle polemiche: «Nella moda ritmi serrati, dopo la maternità non tutte ce la fanno». Il ministro Orlando: «Certe posizioni vanno marginalizzate»

La stilista: "Mi sono espressa in modo inappropriato ma nella mia azienda l'80% sono donne e le manager sono il doppio degli uomini".

Elisabetta Franchi e le polemiche: «Nella moda ritmi serrati, dopo la maternità non tutte ce la fanno»

di Veronica Cursi

Non si placa la polemica su Elisabetta Franchi, dopo il suo intervento al convegno "Le donne e la Moda», dove la stilista bolognese, 53 anni, ha dichiarato di aver assunto donne in ruoli dirigenziali, ma solo dopo gli «anta», ovvero quelle che «hanno superato i quattro giri di boa», intesi come matrimonio, gravidanze ed eventuale separazione. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando che ha duramente criticato le esternazioni della manager: «Dobbiamo lavorare perché posizioni del genere siano esecrate e marginalizzate», e alle donne vanno dati al più presto «gli strumenti per non essere costrette a scegliere tra lavoro a famiglia».  In quest'ottica è essenziale «il maggior coinvolgimento degli uomini nella gestione della famiglia, e quindi i congedi parentali per entrambi i genitori sono una scelta da rafforzare. I tassi di occupazione femminile più alti - ha aggiunto Orlando - sono in quelle aree del Paese in cui ci sono asili nido, le residenze per gli anziani e in generale i servizi che funzionano meglio».

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La replica della stilista

Dopo la bufera social, la stilista è voluta tornare sulla sua posizione, chiarendo (con tanto di grafici) quante donne sono assunte nella sua azienda, che conta 1100 negozi multimarca e 87 store monomarca in tutto il mondo e ha un fatturato da 129 milioni: «Riconosco di essermi espressa in modo inappropriato, ma i fatti, parlano chiaro: nella mia azienda su 300 dipendenti, l'80% sono donne, di cui la maggioranza e under 40, e le donne manager sono il doppio degli uomini. In sostanza ho assunto piu donne che uomini e per la maggior parte giovani».  Ma la sua poszione rimane la stessa: «E' purtroppo un dato di fatto - come mostrano i numeri di Camera della Moda e Confindustria - e la mia stessa personale esperienza come capo d'azienda quanto sia ancora disseminata di ostacoli l' ascesa professionale delle donne verso ruoli apicali, anche nel settore della moda.  Lavorare nel mondo della moda richiede disponibilita, reperibilita, ritmi serrati, dedizione e spesso tutto cio coincide con grandi rinunce riguardo alla propria sfera privata, quelle che io per prima come capo d'azienda ho dovuto fare per garantire continuita e presenza al lavoro».

 

Cose che una donna giovane, che magari rimane incinta o progetta di avere un bambino, dunque, secondo la Franchi non può fare, come dice lei stessa: «Non tutte le donne possono affrontare questi sacrifici - afferma in un comunicato - anche per l'impossibilita per molte di loro, pur volendo, di rientrare al lavoro dopo la maternita, per mancanza di supporti famigliari e sociali che impedisce loro di proseguire con successo il proprio percorso professionale.

Di fatto le donne sono tuttora costrette a scegliere tra l'essere madri ed essere donne lavoratrici. Riguardo all'eta delle dirigenti, solitamente si arriva a un ruolo dirigenziale, che e diverso da quello manageriale, dopo anni di esperienza sul campo e spesso coincide con gli "anta", ma questo vale anche per gli uomini»

E conclude: «Invertire la rotta si può e si deve». peccato non l'abbia detto proprio nel corso di quel convegno magari parlando di welfare, contratti collettivi, asili nido, congedi parentali. E dando lei, come donna di successo, il primo esempio. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Maggio 2022, 16:58
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