Alberto Matano: «Cuccarini? Non l’ho ancora capita. Pronto per una prima serata ma Sanremo no, grazie»

«Non è vero che ero dei Cinque Stelle»

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di Andrea Scarpa

Non fa prigionieri, Alberto Matano, 50 anni compiuti lo scorso 9 settembre. Non è John Frusciante, e questo è ovvio, ma da quando è uscito dal Tg1 se n’è andato per la sua strada senza sbagliare un colpo. Idee chiare e barra dritta. Su Rai1 guida La vita in diretta dal 2019 e da una media annuale di ascolti del 13.7 l’ha portato all’attuale 21.1, liberandosi di Lorella Cuccarini, 57 - che, non confermata, alla fine della prima stagione lo accusò di maschilismo scatenando una polemica mai chiarita - e asfaltando la concorrenza di Barbara D’Urso. Che su Canale 5 nel 2019 con Pomeriggio 5 lo guardava sempre dall’alto in basso e adesso si ritrova a inseguirlo con quasi un milione di telespettatori in meno (una media, più o meno, di 1 mln 500 mila contro 2 mln 500 mila). Da domani lui e il suo programma si trasferiscono a Sanremo per tutta la settimana del Festival, al via martedì. 

Che farà?
«Diventeremo la dépandance dell’Ariston. Andremo in onda dal Casinò con tutti i protagonisti: ci sarà anche Amadeus».

Saprebbe fischiettare un brano dei cantanti in gara?
«Di tutti i più noti, sì. E anche di Lazza e Mara Sattei, quella del tormentone La dolce vita con Fedez e Tananai».

E giovanissimi tipo Olly, Ariete, Gianmaria?
«No. Ma rimedierò. Io amo il pop britannico: David Bowie, Elton John, i Depeche Mode, che vedremo sabato a Sanremo». 

Cantautori italiani?
«Qualcosa mi piace, ma non è roba per me. Ricordo che i miei mi fecero studiare anche la chitarra, ma non la so suonare».

Però canta: martedì scorso con Alessia Marcuzzi a “Boomerissima”, una settimana fa con Pupo alla festa di Sandra Carraro... E iniziò a farlo in pubblico nel 2018, da Mara Venier, con “Buonasera dottore”.
«Quella fu un’intuizione di Mara e per me fu una svolta: avevo ancora l’impostazione ingessata del cronista parlamentare del Tg1, non avevo mai fatto una cosa del genere. Ricordo che mentre stavo andando alla Dear in taxi mi chiamò un’autrice per dirmi che Mara aveva cambiato idea: voleva farmi cantare tutta la canzone, non solo la parte del dottore. Mi misi a provare in auto».

Adesso che è uno dei grandi protagonisti del cosiddetto infotaiment: quand’è che farà solo intrattenimento?
«Sono e resterò sempre un giornalista. Quando parlo di Sanremo, o mi collego per The Voice Senior, rido e scherzo ma sono anche quello. E io questa doppia cifra la rivendico».

Dopo quattro anni di successi con “La vita in diretta” è pronto per la prima serata?
«Sì, certo. Sono pronto. Ready to go». 

Ha un progetto?
«Non ho il tempo di pensare a un formato, ma sono prontissimo».

Una mezza idea?
«Me lo immagino sicuramente all’insegna dell’intrattenimento e dell’evasione, ma anche con un po’ di sostanza. Diciamo che penso a qualcosa che in Italia ancora non c’è. La gente per essere rassicurata tende a mettere tutto dentro una categoria, cosa che ha segnato da sempre la mia vita, dall’orientamento sessuale alle scelte professionali, ma io la vedo così».

E quindi, a chi si ispira? A Jimmy Fallon o Jimmy Kimmel, per guardare alle star americane? 
«Mi piacciono Jimmy Fallon e Anderson Cooper, ma non ho mai avuto modelli. E il fatto che adesso ci sia qualcuno che “Wanna Be Matano” lo trovo molto divertente». 

Wanna Be Matano? Cioè?
«Mi fanno notare che in tv sempre più spesso c’è chi si veste e cammina in studio come me, organizza lo studio come me...».

Con Stefano Coletta, direttore della fascia Prime Time della Rai, ha già parlato della sua prima serata?
«No.

Anzi, direttore, se legge questa intervista sappia che ci sono».

Quindi dopo le classiche giacche e cravatte da Tg1 e i look sempre in camicia o maglione a collo alto di adesso, potremmo vederla in prima serata con qualche completino alla Paolo Belli di “Ballando con le stelle”?
«Così colorati, no. Da show, sì. In tv ora mi vesto come nella vita, e questa per me è una conquista».

Il Festival di Sanremo lo condurrebbe?
«È impensabile accostare il mio nome al Festival. Amadeus è il migliore e vorrei vederlo all’Ariston ben oltre la scadenza del suo contratto, l’anno prossimo. A me basterebbe la prima serata. E poi ho il mio romanzo. Ci sto lavorando dal 2019 e vorrei pubblicarlo entro l’anno».

Facciamo un passo indietro: il cronista parlamentare del tg più visto d’Italia che ne pensava della “Vita in diretta”, contenitore spesso considerato con un po’ di puzza sotto il naso?
«Lo guardavo nei monitor al Tg1 e pensavo: “Mah...”. E quando me l’hanno offerto non volevo neanche farlo. Ho impiegato un paio di settimane ad accettare. Devo ringraziare alcuni amici veri che mi hanno fatto capire quanto fosse importante». 

Cos’ha lei che non ha Barbara D’Urso?
«Siamo molto diversi per formazione, età, tutto. Ma non abbiamo mai avuto questioni». 

Vista l’esperienza sua e di sua madre, consigliere regionale della Dc - e poi di Ccd e Udc - è stato mai corteggiato dalla politica?
«Qualche anno fa è circolata con insistenza la voce di una mia candidatura come presidente della Regione Calabria. Poi non si è mai concretizzata l’offerta, ma non avrei mai accettato né lo farei mai. Amo la mia terra e la mia famiglia, ma ormai la mia vita è a Roma». 

C’è o c’è stato un equivoco sul suo conto più ricorrente e fastidioso di altri?
«Sì. Incasellarmi politicamente con i 5 Stelle. Ovviamente conosco politici di ogni tipo, ma questo non vuol dire che io sia di questo o quel partito. Se così fosse stato avrei fatto il direttore del Tg1 quando il mio nome era il più accreditato all’arrivo del governo 5 Stelle-Lega. Ma non l’ho fatto. Meglio così: oggi avrei pochi capelli e dieci chili in più».

E se quella poltrona gliela dovessero offrire oggi?
«Non accetterei mai. E poi Monica Maggioni è bravissima». 

Certo. Ma è in uscita, lo sanno tutti.
«Mi piace quello che faccio oggi e non mi piace guardarmi indietro. Mai».

Lei è ancora un dipendente della Rai e in quanto tale non può guadagnare più di 240 mila euro lordi: è pronto a lasciare l’azienda e incassare di più?
«Per ora sto bene così. Forse più avanti, tutto può essere».

Dopo il matrimonio dello scorso 11 giugno con Riccardo Mannino - in realtà un’unione civile - cosa è cambiato?
«Tanto. Nella nostra quotidianità, ormai anche pubblica, e nell’interazione con la gente. Mi ha sorpreso l’affetto della gente. Incredibile».

La paternità è un argomento chiuso?
«Sì, certo. Da tempo».

A Sanremo Lorella Cuccarini duetterà con Olly: la saluterà?
«Ci siamo già visti a Roma, io in auto, lei sul marciapiedi. Abbiamo fatto così con le mani».

Cosa è successo veramente fra voi due?
«Non l’ho ancora capito. Ma a Sanremo non vedo l’ora di ballare la sua La notte vola...».


Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Febbraio 2023, 09:23
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