I cambiamenti del clima e le responsabilità dell'uomo, tra verità e falsi miti


di Franco PRODI*

Il vortice ciclonico sull’Europa Centrale, stazionario e per più giorni, ha portato piogge persistenti sulla Germania, con 80 vittime, alluvioni e migliaia di dispersi. Puntuali arrivano i riferimenti ai “cambiamenti climatici”, chiamati in causa da politici e media, in ugual misura. Ma allora diventano d’obbligo i richiami alla distinzione fra climatologia e meteorologia, prima di tutto, e poi alla vicende meteorologiche del passato, a quanto si è già visto.

Occorre ricordare appunto che siamo di fronte a situazioni meteorologiche simili, per restare alla Germania, a quelle che causarono centosessanta morti nell’Ostergebirghe nel 1927 e 150.000 ettari invasi dal Danubio nel 1954, pure con molte vittime. Chi parla di cambiamenti climatici ad ogni piè sospinto senza essere minimamente del mestiere, deve sapere che il clima deve cambiare per definizione, non può non cambiare, ora come nel passato vicino e lontano. La climatologia studia questi cambiamenti rapportando i dati meteorologici alla media di lunghi periodi di riferimento (1961-1990 fino a poco tempo fa, ed ora 1981-2010).

Gli equivoci in campo

Fatte queste doverose precisazioni e sgombrato il campo da false opinioni, richiamo alcuni principi che regolano il rischio meteorologico di alluvione e che riguardano la persistenza e stazionarietà del fenomeno su un dato territorio e le dimensioni del bacino idrologico al quale ci stiamo riferendo. Parliamo di persistenza e stazionarietà quando il fenomeno si verifica per lungo tempo sulla stessa area. Se il vortice ciclonico sulla Germania fosse transitato come gli altri non avrebbe fatto danni particolarmente rilevanti perché avrebbe via via interessato altre aree. Ma quando il vortice rimane fisso su una data area scarica costantemente le precipitazioni su di essa e si verificano guai. Non ci sono problemi di prevedibilità. 

Mia figlia vive ad Essen ed era stata avvertita della pericolosità della situazione da giorni. Ho un ricordo personale di quando ero Direttore dell’Osservatorio sui temporali a Verona nel 1972 (a memoria ma da verificare); osservai con preoccupazione che un fronte allineato nord-sud non si muoveva e diventava una macchina che riceveva aria calda e umida dall’Africa e scaricava precipitazioni in continuità.

Ne venne un’inondazione importante sulla Calabria. Ora lo stesso ciclone che è stato per giorni sulla Germania si muove da noi ad interessare il centro ed il sud, ma in movimento, con piogge ma senza fare danni particolari.

L’altro principio riguarda le dimensioni del bacini e le alluvioni improvvise (flash floods). Più piccolo è il bacino più critici sono gli effetti dei temporali su di esso (Versiglia e Valtellina insegnano). L’evento meteorologico diventa cruciale. Per i grandi fiumi ed i grandi bacini invece è l’onda di piena che diventa cruciale.

Le responsablità vere o presunte dell'uomo

Ritornando agli ignoranti, c’è chi attribuisce come causa anche di questi eventi l’aumento della CO2 ed il riscaldamento globale. L’equazione di Clapeyron ci dice che il contenuto di vapore d’acqua che un volume d’aria può contenere (a saturazione) aumenta con la temperatura. Sappiamo che, da quando abbiamo misure di temperatura dell’aria in prossimità del suolo in tutto il globo (cioè dai primi decenni dell’ottocento) la temperatura è aumentata di sette decimi di grado per secolo. Quindi abbiamo maggiore contenuto di vapore d’acqua nel ciclo con conseguenze diverse, ma non tali da stravolgere la struttura dei sistemi di precipitazione.

È controverso il ruolo dell’uomo nell’aumento della concertazione della CO2 e quindi nel riscaldamento globale, considerando che anche vapore d’acqua, ozono, metano ed altri gas poliatomici sono gas serra. E l’attuale livello di conoscenza del sistema clima è ben lontano dal consentire una attribuzione all’uomo del 97 per cento della responsabilità del riscaldamento, come fanno invece i modelli usati dall’IPCC. Il periodo i tempo nel quale abbiamo misure coincide con quello che segna la presenza dell’“uomo industriale”. Un battito di ciglia nella storia del clima della terra, determinato astronomia ed astrofisica (il sole).

*Accademia Nazionale delle Scienze


Ultimo aggiornamento: Sabato 17 Luglio 2021, 05:00
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