Zoro, il primo giocatore nero a fermarsi per i buu: «Il mio stop? È stato un esempio»
di Francesco Balzani
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Zoro, si ricorda quel giorno?
«Fu un momento spiacevole, ma che mi ha permesso di essere di esempio per tanti ragazzi come me. Mi insultavano dall'inizio della partita, e non era la prima volta. Volevo mandare un segnale ma poi ho deciso di continuare per rispetto alla maggioranza dei tifosi che di certo non è razzista».
Ha fatto bene Kean a esultare in quel modo?
«Lo capisco mentre non capisco chi lo critica. Dovrebbe vivere certe situazioni. In Nazionale lo osannano ma poi con una maglia da avversario lo insultano. È successo lo stesso a Balotelli. Dicono che è solo per innervosirlo, in realtà è mancanza di rispetto, pura ignoranza. Anche Cristiano Ronaldo è straniero, eppure non viene insultato per questo».
Ha subito episodi di razzismo anche da colleghi?
«No, mai. Anzi in quei giorni ho ricevuto parecchie telefonate di colleghi sia neri che bianchi. Ma pure i tifosi di Salernitana e Messina mi hanno sempre trattato bene. Se vi può consolare certi episodi non avvengono solo in Italia. Pure in Grecia ho assistito a brutti episodi».
Cosa si può fare per contrastare questo fenomeno?
«Le sanzioni servono fino a un certo punto, tanto a certi pseudo-tifosi non frega nulla se penalizzano la squadra. Vanno educati i ragazzi fin da piccoli. Le Federazioni devono agire già dalle giovanili, e poi c'è la famiglia. Se un ragazzo sente suo papà insultare un nero è normale che lo farà anche lui».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Aprile 2019, 08:27
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