Vittoria Golinelli
La sua unica preoccupazione al momento dell'arresto è

Vittoria Golinelli
La sua unica preoccupazione al momento dell'arresto è stata «la salute dei genitori». Da ieri l'ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi, 36 anni e una carriera fulminante, è ai domiciliari, così come l'imprenditore Paolo Orrigoni, titolare della catena di supermercati Tigros ed ex candidato leghista a sindaco di Varese. In carcere, invece, è finito Giuseppe Zingale, ex direttore dell'Afol, l'agenzia per il lavoro della Lombardia. Tutti e tre sono coinvolti nel nuovo filone della maxi inchiesta Mensa dei poveri, che il 7 maggio scorso ha portato a 43 misure cautelari.
LE ACCUSE. Lara Comi deve rispondere di corruzione, false fatture per la finta consulenza da 31mila euro incassata da una società di Marco Bonometti, attuale presidente di Confindustria Lombardia, indagato per la stessa vicenda. Tra i capi d'imputazione, anche il finanziamento illecito e la truffa aggravata al parlamento europeo: aveva alzato da mille a tremila euro lo stipendio al suo addetto stampa, rimborsato dall'Europarlamento, per poi girarne duemila euro a Nino Caianiello, ex coordinatore di Forza Italia a Varese, definito dai magistrati il burattinaio del sistema. Per il gip Raffaella Mascarino, Comi «ha mostrato di aver acquisito nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre» dal ruolo pubblico «il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità». E ancora: «Nonostante la giovane età» l'ex europarlamentare «ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all'incameramento di finanziamento illeciti».
SOLDI E ALLEANZE. Alle accuse mosse dagli inquirenti si aggiungono quelle messe a verbale da Caianiello. «Dopo la mancata candidatura alle elezioni politiche nazionali - ha raccontato - Comi ha iniziato a spaventarsi per la sua rielezione all'Europarlamento ed ha iniziato ad andare spasmodicamente alla ricerca di finanziamenti e alleanze politiche», tra cui quella della capogruppo di Fi alla Camera Mariastella Gelmini.
LE INTERCETTAZIONI. Per gli inquirenti, Comi probabilmente sapeva di essere indagata. In una conversazione intercettata cerca di concordare le versioni da fornire a giornalisti e magistrati. «Comunque io dirò che non ho mai preso 17k (17mila euro, secondo l'accusa, ndr), non ho mai avuto consulenze con Afol né di società a me collegate che non esistono...» dice a Maria Teresa Bergamaschi, avvocatessa coinvolta in una consulenza finita sotto la lente dei pm. All'amica con cui tesse affari nel gennaio scorso consiglia di «utilizzare Telegram» che consente di distruggere i messaggi.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Novembre 2019, 05:01
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