«Verdone, che sorpresa Sanremo? Perché no...»

«Voglio portare un pensiero per Giulio Regeni, per Silvia Romano, per chi salva le vite in mare, per Taranto e per i tarantini. Per l'Italia che porta alto il nome del paese, non per l'Italia che infanga». Con la solita grinta, Anna Foglietta ha portato il suo impegno anche sul palco dei Nastri d'Argento, al teatro greco di Taormina, nel ricevere il premio come miglior attrice protagonista per Un giorno all'improvviso.
Un premio importante per un film piccolo...
«Questo film mi è stato proposto 5 anni fa, in un momento in cui lavoravo molto nelle commedie. Mi era sembrato strano che un giovane regista vedesse in me la possibile protagonista di questo film con un ruolo così complicato e diverso da quelli in cui era abituato a vedermi. Quando ho saputo di aver vinto il Nastro ho pensato ci ho visto lungo ed è stata una grande gioia dare una ribalta così importante a questo film».
Ora sta lavorando tantissimo e con ruoli importanti, qual è stato il momento di svolta?
«Nessuno mi può giudicare è stata la grande opportunità della mia vita, arrivata ai miei 30 anni. Un giorno all'improvviso è stata la seconda, arrivata ai 40. Penso che la carriera di un'artista debba avere tanti giri di boa. È come se mi aprissero scenari sempre nuovi».
Le piacerebbe anche, un giorno, magari condurre il Festival di Sanremo?
«Non sono il tipo di attrice che disdegna lo spettacolo, anzi penso di essere una donna di spettacolo. Mi piacciono molto l'esibizione live, il teatro, il palcoscenico, perciò non è una cosa che mi spaventa e non la reputo nazional-popolare al punto da impedirti di vincere premi. Favino è l'emblema di questo: aveva fatto la pubblicità, poi Sanremo, ora ha fatto Il traditore ed è andato a Cannes. Un grande attore è un grande attore, non è certo Sanremo che può togliergli la dignità. E soprattutto il talento».
Sta per uscire con un nuovo film.
«Il 29 agosto uscirà Genitori quasi perfetti, un affresco di personalità e di anime eterogenee e complicate. Parla di genitori di ragazzini della terza elementare che devono organizzare una festa di compleanno e di una mamma single, che sono io, con l'ansia da prestazione. Gradualmente si svelano scenari inquietanti che fanno virare il film dalla commedia alla tragedia. La storia è interessante anche perché tratta, in modo un po' velato, di omosessualità legata all'infanzia».
E l'esperienza che sta facendo sul set di Si vive una volta sola con Verdone?
«Carlo è stata una meravigliosa sorpresa, lo amavo per i suoi film. Ho detto in conferenza stampa che sono nata nel 1979, anno del suo primo film, e voleva ammazzarmi perché l'ho fatto sentire vecchio all'improvviso. Ama molto gli attori con cui lavora, ama farli brillare».
Il suo impegno è importante, da qualche anno, come presidente della Onlus Every Child is my Child.
«Abbiamo una scuola in Turchia e sono contenta che il nostro progetto lì vada alla grande. Nonostante ciò che accade in questa Italia, che ci vogliono far credere essere abbrutita, ci sono tantissime persone che ci aiutano. Da un punto di vista politico, sono sgomenta. L'unica cosa che posso dire è che passerà. Bisogna però continuare a indignarsi».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Luglio 2019, 05:01
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