Venezia, Portman in Vox Lux «Ma quella star non è Britney»

Venezia, Portman in Vox Lux «Ma quella star non è Britney»
Ilaria Ravarino
VENEZIA - Le influencer e il terrorismo, le sparatorie e le celebrità, lo spettacolo mescolato alla cronaca e alla geopolitica. È un mondo, il nostro, in cui «le news sono impazzite - ha raccontato ieri a Venezia il regista prodigio Brady Corbet, presentando il suo Vox Lux - in cui appena sotto alla notizia di un attacco terroristico troviamo il gossip su Kim Kardashian». Accolto ieri con calore alla Mostra, il film di Corbet prova a rendere conto del rapporto schizofrenico tra mondo dell'intrattenimento e paese reale, attraverso la storia di Celeste (Natalie Portman), che, da sopravvissuta a un eccidio in una scuola, si trasforma in una popstar idolatrata dal mercato. «Non credo che questo film voglia farsi portatore di un messaggio - ha detto ieri l'attrice, tornata a Venezia due anni dopo Jackie di Pablo Larrain e otto dopo Il Cigno Nero di Darren Aronofsky, con cui vinse l'Oscar - piuttosto mi pare che, come tutte le opere d'arte, proponga allo spettatore una riflessione sul mondo. In questo caso, una riflessione sull'incontro tra cultura pop e violenza. Direi che il tema è quello della perdita dell'innocenza».
Spinta dai discografici e dal manager (Jude Law) a trasformare la canzone intonata al funerale della compagne di classe in una hit da classifica, Celeste si lascia trasformare rapidamente in una persona diversa. «Ma non la vedo come un mostro», ha detto Portman, rifiutandosi di paragonarla a qualsiasi popstar in attività. Tra tutte Britney Spears, accomunata al personaggio da un passato di turbolenze, eccessi e dipendenze. «Non mi sono ispirata a una cantante in particolare, ho visto tanti documentari sulle popstar e ho rubato dettagli qua e là. Il copione era perfetto, le coreografie le ho studiate a casa con mio marito. La parte più spaventosa è stata la registrazione in studio delle canzoni».
A comporre le musiche originali del film è stata l'artista Sia, cantante pop australiana plurinominata ai Grammy (la sua hit più nota è Chandelier, del 2014): «Sono una fan di Sia da tempo, mi ha aiutata a realizzare il sogno di diventare una popstar, anche se per finta. Se c'è differenza tra una star del cinema e una della musica? Sì, nella gestione e nello sviluppo dell'ego. Per loro è più complicato».
riproduzione riservata ®

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Settembre 2018, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA