Valentina Venturi
Sul palcoscenico del teatro della Cometa da oggi ci sono Giorgio

Valentina Venturi Sul palcoscenico del teatro della Cometa da oggi ci sono Giorgio
Valentina Venturi
Sul palcoscenico del teatro della Cometa da oggi ci sono Giorgio Marchesi, Pierpaolo De Mejo, Serena Iansiti, Arcangelo Iannace e Massimiliano Vado, protagonisti dello spettacolo 7 anni, in cui i soci di un'azienda di successo si riuniscono per decidere chi sarà a pagare per un crimine.
E sempre Vado in questi giorni è impegnato come regista di Figlie di Eva, interpretato da Maria Grazia Cucinotta, Vittoria Belvedere e Michela Andreozzi.
Cosa l'ha convinta ad accettare il ruolo del rampante Carlo?
«La squadra di lavoro e il regista Francesco Frangipane, che stimavo da tempo».
Lei è sia regista che attore. Ci sono similitudini?
«Come attore mi diverto, è come giocare a calcetto; mentre come regista non stacco mai. Sono modi diversi di mettere la propria fantasia al potere».
Sul lavoro è ansioso?
«Per niente, me l'ha fatto scoprire Sandra Milo. Eravamo in scena a Milano per Toc Toc, interpretando due sociopatici perfetti. Sandra mi ha fatto notare che non sono mai ansioso: mi diverto. Ho sempre voluto fare questo mestiere, i miei hanno fatto un errore madornale».
Quale?
«Mi hanno portato sin da piccolino a teatro e al cinema. Se inizi a sei anni poi non vuoi altro. Ne porto i segni sul corpo: ho dei tatuaggi di Guerre Stellari».
È sposato con Michela Andreozzi. Che moglie è?
«È una persona che parla il mio stesso linguaggio».
Ha qualche difetto?
«Sono sposato da poco (nel 2015, ndr.) quindi devo dire per forza che non ne ha, ci tengo alla vita familiare! Ha il pregio del coraggio, è una donna coraggiosa».
Come vi siete conosciuti?
«Sul set del film Stai lontana da me: la prima scena prevedeva il nostro matrimonio. E da lì abbiamo iniziato a lavorare insieme, a litigare e fare pace. In sintesi c'era già tutto il nostro rapporto».
Renato invece chi è?
«Il nostro cane! Il suo arrivo è stata una scoperta che ci ha cambiato la vita, in meglio; facendoci conoscere delle cose preziose di noi stessi».
Al punto da aprirgli un profilo Instagram?
«L'abbiamo dovuto fare dopo che ci eravamo imballati i telefoni di sue foto: per liberare la memoria. Ha più follower lui di molti miei amici!».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Novembre 2019, 05:01
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