Mario Draghi torna in Parlamento per la prima volta dopo il voto di fiducia e attacca le Regioni. E ci va giù pesante. Il piano vaccini ha bisogno di una sterzata sul piano territoriale, dove ogni amministrazione continua a viaggiare per conto proprio, spesso senza tenere conto della più importante delle indicazioni: procedere per anzianità.
La priorità del governo è quella di mettere al sicuro nel più breve tempo possibili le categoria più a rischio dall'attacco del Covid: anziani e persone vulnerabili. «Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale», le parole forti che utilizza il premier nel suo discorso durante l'informativa al Senato, invitando tutte le forze in campo «ad essere unite nell'uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti».
Il monito però non resta fine a se stesso: è accompagnato da una misura di controllo con «il governo che renderà pubblici questa settimana tutti i dati» sui vaccini «sul sito della presidenza del Consiglio, Regione per Regione, categoria di età per categoria di età».
In parallelo però il presidente del Consiglio guarda avanti: «Noi per primi dobbiamo cominciare a pensare alle riaperture, in particolare e a cominciare dalla scuola» che potrebbe riprendere in presenza per infanzia ed elementari già dopo Pasqua anche in zona rossa se la situazione lo permetterà. Lo schema Draghi è sempre più chiaro: rimettere in sicurezza e in moto il Paese salvando i nonni e rilanciando i nipoti.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Marzo 2021, 07:49
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