Una poltrona per tre, scontro a Bruxelles

Alessandra Severini
E' caccia aperta al successore di Jean-Claude Juncker per la guida della Commissione europea. Il Consiglio Europeo del 20 e 21 giugno dovrà infatti decidere a maggioranza qualificata il nome del candidato alla presidenza, ma i nuovi equilibri restituiti dalle elezioni di domenica rendono la partita di difficile soluzione. Il braccio di ferro è fra Angela Merkel - decisa a mantenere la guida della commissione nelle mani dei Popolari, pur sempre il primo partito a Strasburgo - e Emmanuel Macron che vorrebbe invece rompere il duopolio Popolari-Socialisti. Per creare una coalizione stabile, al Ppe e ai S&D occorre l'appoggio dei Liberali (Alde) o dei Verdi, o dei due insieme. Per questo non è affatto certo che il nuovo presidente della commissione sarà il bavarese Manfred Weber, leader dei Popolari e sostenuto dalla cancelleria tedesca. Ai Liberali dell'Alde, i cui voti sono decisivi, Weber non piace e gli preferirebbero la danese Margrethe Vestager. I socialisti puntano sul vicepresidente vicario della Commissione europea Frans Timmermans. Le trattative si annunciano ancora lunghe ma il tempo stringe: i giochi vanno chiusi entro fine giugno senza contare poi che vanno trovati anche i nomi dei successori di Mario Draghi alla Bce e di Donald Tusk al Consiglio europeo, in scadenza rispettivamente il 31 ottobre e il 30 novembre. In tutto questo l'Italia potrebbe rimanere fuori dai giochi, poiché M5s e Lega non appartengono a nessuna delle grandi famiglie di maggioranza. Ma il premier Conte ha ribadito che l'Italia, come Paese fondatore e potenza economica, vuole un commissario di peso, preferibilmente all'Agricoltura o alla Concorrenza. Tra i possibili candidati vi sono i leghisti Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Maggio 2019, 05:01
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