Una favola d'amore dark

Una favola d'amore dark
Michela Greco
È facile, facilissimo additare come mostri coloro che sono fuori dai canoni, che si portano addosso con difficoltà oppure con orgoglio la loro diversità. Ed è altrettanto facile sbagliare nel farlo. Guillermo Del Toro lo dice in maniera potentissima, fantasiosa e sognante nel suo La forma dell'acqua, trionfatore alla Mostra del Cinema di Venezia, vincitore del Golden Globe come Miglior Film e in pole position per gli Oscar, con 13 nomination.
Il regista messicano compone un'ode alla diversità immersa nell'America della Guerra Fredda, dove una giovane donna muta (Sally Hawkins) fa le pulizie in un laboratorio scientifico super segreto. È una ragazza dolce che ha imparato a convivere con la sua solitudine anche grazie all'amicizia con altri due diversi: il vicino di casa omosessuale (il sempre straordinario Richard Jenkins) e la sua collega afroamericana Zelda (Octavia Spencer). Presto la sorprenderà, però, il grande incontro della sua vita, il più assurdo e inaspettato: quello con il mostro marino che viene analizzato dagli scienziati nel laboratorio in cui lavora. Nel romanzo sentimentale dipinto - quasi a fumetti - da Del Toro, il mondo terrestre incontra quello acquatico e le due realtà si fondono armoniosamente, minacciate da un uomo in apparenza normale (Michael Shannon), ma in sostanza lui sì mostruoso. Nel racconto di La forma dell'acqua la storia romantica si intreccia con una vicenda da thriller spionistico, il peso della Storia (con il conflitto latente della Guerra Fredda) si misura anche con il metro del pregiudizio e l'amore trova la sua strada adattandosi al contesto, proprio come l'acqua prende la forma di ciò che, di volta in volta, la contiene. Guillermo Del Toro ci catapulta così in universo favolistico e retrò, magicamente sospeso tra acqua e aria, il cui eroe incompreso è un anfibio che ha le fattezze di uno di quei vecchi mostri acquatici dei b-movie anni 50, come il Mostro della laguna nera, e ci consegna un pezzo di cinema estremamente personale e altrettanto universale, che ci spinge a guardare all'ignoto con curiosità e buoni sentimenti.
LA FORMA DELL'ACQUA
di Guillermo Del Toro

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Febbraio 2018, 05:01
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