«Un disco di inediti a 86 anni? E non solo: ora torno in scena»

Totò Rizzo
«C'è un musical, tra le tante proposte. Confesso che mi piacerebbe tornare in teatro». Ornella Vanoni non è artista da comfort zone, a dispetto delle 86 pur indomite primavere. Prendete i dischi: avrebbe potuto fare un album di suoi successi, vestiti di nuovi arrangiamenti, magari in duetto con colleghi più o meno giovani. E invece Ornella che vuole ridere e cantare domani sforna un album di inediti. E accarezza il sogno di risalire in palcoscenico.
Un musical. Di che si tratta?
«Devo ancora leggere bene il copione e valutare. È la trasposizione italiana di un musical americano. Solo che quando arrivano in Italia, quegli spettacoli sono sempre un po' sottotono, spesso costretti a girare in tournée penalizzando la qualità».
Intanto discograficamente è Unica come da titolo del nuovo album.
«Il titolo che avrei voluto era un altro, Essere Ornella. Come nel film Essere John Malkovich dove un passaggio segreto immette nella mente dell'attore. Perché questo disco sono io, senza filtri».
Un disco da Signora Grandi Firme, da Gabbani a Sangiorgi, da Zero a Carmen Consoli, da Pacifico a Fabio Ilacqua. Etichetta Bmg, prodotto da Mauro Pagani: raffinato, originale, fuori dalle mode, melodia pop, bossa nova, euforia brasileira, intimità dell'acustico. Totale libertà, insomma, due anni di lavoro, impensabili per una discografia sempre più mordi e fuggi, che Ornella s'è voluta regalare perché è anche il suo 50° album, a 60 anni esatti dal suo primo, targato Ricordi.
Un bell'impegno, due anni di lavoro.
«Ho cominciato che avevo 84 anni. Ho messo subito le mani avanti: Sbrigatevi, non vorrei che una mattina mi trovaste stecchita. Credo d'essere l'unica artista ottantaseienne nel globo terracqueo ad aver inciso un disco di inediti».
Elegante, sofisticata, quasi distante. A un certo punto la percezione del pubblico è cambiata. Quando?
«Alla Gondola d'oro di Venezia, con L'appuntamento, 1970».
Voglia di trasgressione? Magari una collaborazione rap, trap
«C'è un autore milanese, anche un po' arabo, da un anno e mezzo aspetto un suo pezzo».
Oggi, tra i vecchi amici e colleghi, chi le manca di più?
«Lucio Dalla e Giorgio Gaber. Anime geniali».
Il primo concerto appena usciti dal tunnel del Covid.
«Con Gino (Paoli, ndr). Ma vai a schiodarlo dal divano, quello lì».
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(foto di Marta Bevacqua)

Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Gennaio 2021, 05:01
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