Toti, l'autogol. Comin, docente di strategia della comunicazione: «Tweet sbagliato, ma anche la prima reazione è stata troppo timida»

Toti, l'autogol. Comin, docente di strategia della comunicazione: «Tweet sbagliato, ma anche la prima reazione è stata troppo timida»

di Claudio Fabretti

«Un tweet sbagliato, ma anche la prima reazione è stata troppo timida». Insomma, quello di Toti è stato in tutto e per tutto uno scivolone, secondo Gianluca Comin, professore di Strategia della comunicazione alla Luiss di Roma e fondatore della Comin & Partners.

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Com'è potuto accadere?
«Colpa della ipertrofia da social e della superficialità. Spesso manca una catena di controlli».


E il dietrofront?
«Troppo timido, anche se poi Toti si è scusato personalmente con un post su Facebook. Un giornalista come lui sa bene come usare il linguaggio, è stato un grave errore del suo staff».


Giusto punire il responsabile?
«In altri Paesi, lo stesso presidente si sarebbe dovuto dimettere. Noi tendiamo a perdonare di più. Alla fine anche l'autore materiale dell'errore se la caverà con una tirata d'orecchi».


Non rischia di passare davvero il concetto che gli anziani non siano indispensabili?
«Non credo, finora si è fatta molta attenzione, cercando di sottolineare che sono la parte più fragile del paese.

In questo caso l'obiettivo era spiegare che gli anziani possono restare a casa senza che il pil e l'economia ne risentano. Ma è uscita fuori una frase alla Mengele».


Quali dovrebbero essere i principi inderogabili per la comunicazione istituzionale?
«La coerenza, in primis, mantenere una linea credibile. E poi rispettare tutte le sensibilità, specie quelle dei tuoi elettori».


Per Toti è stato quindi un doppio autogol, visto che in Liguria la popolazione anziana è molto numerosa...
«Il 28,5% della popolazione ligure ha più di 65 anni, è la regione più anziana d'Italia e tra le prime in Europa».


I politici fanno fatica a gestire la comunicazione in tempo di Covid. Che cosa dovrebbero evitare?
«Dovrebbero cercare di rassicurare e non trasmettere incertezza. Ad esempio, che bisogno c'è di dare ogni settimana una data diversa sull'arrivo dei vaccini? Il cittadino, di fronte a questo, rimane spaesato». 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Novembre 2020, 07:52
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