Tom Abram
Come già annunciato alla fine dello scorso anno, Unicredit ha

Tom Abram
Come già annunciato alla fine dello scorso anno, Unicredit ha ufficializzato il piano degli esuberi che riguarda l'Italia, tramite una lettera che avvia la procedura di confronto con i sindacati. Nell'arco del periodo 2020-2023 saranno 450 le filiali costrette a chiudere, mentre gli esuberi si attesteranno sulle seimila unità.
Alla base dei tagli apportati ci sarebbe l'intenzione di aumentare la digitalizzazione della banca. Infatti, a fronte di un costante aumento di clienti che adoperano esclusivamente i canali internet o telefonici, le operazioni svolte in filiale sono diminuite del 55% negli ultimi anni.
Il confronto partirà il prossimo venerdì 14 febbraio e la direzione ha fatto sapere che intende cercare entro e non oltre il limite del primo trimestre 2020 soluzioni condivise idonee ad attenuare per quanto possibile le ricadute sociali del nuovo piano sui lavoratori.
Non si è fatta attendere la risposta contraria dei sindacati. Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni ha accusato l'amministratore delegato Jean Pierre Mustier di aver presentato «un piano a scatola chiusa» con dei numeri «già cristallizzati», mentre Riccardo Colombani -segretario generale di First Cis- ha ribadito l'indisponibilità a trattare sugli esuberi se non si parlerà anche di nuove assunzioni».
L'annuncio dell'avvio della procedura ha avuto la sua risonanza anche nel mondo politico. Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo ha fatto sapere tramite una nota di aver convocato i vertici di Unicredit per venerdì 21 febbraio. Il leader della Lega Matteo Salvini ha invece commentato: «Mentre il governo litiga su tutto, Unicredit annuncia il licenziamento di 6.000 lavoratori. Prima l'Italia tornerà ad avere un governo serio e compatto, prima l'economia tornerà a crescere».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Febbraio 2020, 05:01
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