TERRORE SUL BUS

TERRORE SUL BUS
Franco Pasqualetti
Partiamo dalla fine. Undici ore di chiusura di via del Tritone per rimuovere un bus dell'Atac andato in fiamme. Con mezzo centro storico paralizzato. Benvenuti a Roma, capitale d'Italia. La cronaca di una giornata d'ordinaria follia inizia alle 10.20: il bus della linea 63 arrivato alla fermata dopo la nuova Rinascente inizia a fumare come una ciminiera. Il mezzo è quasi pieno. L'autista si rende conto del pericolo e fa scendere subito i passeggeri.
Passano 3 minuti e il fumo diventa sempre più denso per lasciare il posto alle fiamme. Lingue di fuoco alte 8 metri. In pochi attimi il mezzo, un Mercedes Citaro acquistato dall'allora sindaco Veltroni (nel 2003), viene avvolto e distrutto. Si susseguono delle esplosioni: quelle dei pneumatici, dei compressori e del serbatoio. Il palazzo ottocentesco dove l'autobus è andato a fuoco è completamente annerito dal fumo nerissimo. Il bilancio finale è di una ragazza, una commessa, rimasta ferita (ricoverata in ospedale guarirà in 12 giorni).
Ma poteva andare peggio. Molto peggio. E torna in auge il parco mezzi dell'Atac: una media chilometrica da far paura e quella di anzianità di servizio ancora peggiore. Mezzi che prendono fuoco con una frequenza e una facilità impressionante: il fenomeno è così sentito dai romani che ha dato il nome anche ad un hashtag su twitter: #flambus. Secondo una tabella pubblicata con questo hashtag sul social network, con tanto di codici delle vetture, numero di linee, strade interessate e date, esclusi i casi di ieri in via del Tritone e a Castel Porziano (dove è andato distrutto una navetta scuolabus), nel 2018 erano stati otto i casi di bus andati a fuoco in città, tra principi di incendio e mezzi completamente distrutti. Il conto sale quindi a 10. Ventidue, invece, i casi conteggiati nel 2017.
Per i sindacati è allarme sicurezza. Per i viaggiatori come per i lavoratori. «Le condizioni in cui operano i bus sono condizioni estreme, a conoscenza di tutti e più volte denunciate anche da noi. Si fa la manutenzione possibile con le risorse disponibili, il concordato preventivo però ha bloccato tutto».
La Procura sul caso Tritone ha aperto un'inchiesta al momento senza indagati.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Maggio 2018, 05:01
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