Strage in discoteca a Corinaldo «Il mio Dany ucciso due volte»

Simone Pierini
Una targa con il suo nome e una calamita a forma di geco, simbolo della vacanza a Barcellona. Qualche accendino lasciato dagli amici. Erano i ricordi sulla tomba di Daniele Pongetti (per tutti solo Dany), una delle sei vittime della strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, avvenuta la notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 mentre aspettavano il concerto di Sfera Ebbasta.
La mamma del giovne, Donatella Magagnini, è andata al cimitero e non ha trovato più nulla. Già a inizio anno altri sciacalli (stavolta sul web) avevano creato un profilo Instagram falso: Daniele Pongetti raccolta fondi accompagnato da un link a un conto PayPal. «Che coraggio hanno a prendere degli oggettini di valore solo affettivo a un ragazzino già disgraziato», lo sfogo della mamma su Facebook. Il mondo social non ha potuto fare altro che mostrare sdegno e vergogna per gli autori del gesto. «Sono persone squallide, senza alcuna coscienza», scrivono nei commenti al post. E c'è chi ci è già passata: «Anche da mio figlio è capitato che rubassero piante e oggetti. Credo che possa essere solo qualche essere veramente miserabile nel cuore», scrive la signora Gabriella. Daniele aveva 16 anni e una vita tutta da scrivere. Di lui erano rimasti quei pochi ricordi sulla tomba.
Quella notte morirono sei persone, cinque ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni e una donna di 39 anni, madre di quattro figli. Dieci sono gli indagati, tra cui un giovane sospettato di aver spruzzato il peperoncino nel locale.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Maggio 2019, 05:01
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