Covid, il dato choc sui morti (731): perché è così alto?

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di Simone Pierini

Stavolta il dato delle vittime fa impressione: altri 731 in un giorno, il più alto dallo scorso 3 aprile, con il totale che ha superato anche la cifra di 46 mila. Ma mette i brividi pure il conteggio di quelli che non ce l'hanno fatta in appena un mese di pandemia: 10 mila.

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Di contro, per la prima volta da oltre un mese si registrano meno casi nei primi due giorni della settimana rispetto alla precedente: 59.545 positivi contro 60.369. E non solo: rispetto a martedì scorso ieri sono stati registrati circa tremila contagi in meno: 32.191 invece di 35.098, seppur con circa novemila tamponi in meno (ieri 208.458).

Un piccolo segnale di rallentamento della curva epidemiologica che però vede un Rt non ancora sotto la soglia 1 necessaria per la frenata vera e propria. Anche il rapporto tra positivi e casi testati è sceso dal 30% al 28% e tra positivi e tamponi dal 17% al 15%.


Per vedere gli effetti di questa decrescita sul piano ospedaliero e dei decessi tuttavia servirà ancora tempo. Aumenta ancora anche la pressione sul sistema sanitario: +120 letti occupati in terapia intensiva (che ora sono 3.612) e +538 negli altri reparti (arrivato a quota 33.074).


«Rt è un parametro fondamentale per predire come sta andando l'epidemia - ha dichiarato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza -. La scorsa settimana era 1,4 - ha aggiunto Rezza - prima era 1,7 ma ancora non possiamo vedere una diminuzione dei casi e delle terapie intensive. Quando andiamo a Rt sotto 1, allora epidemia decresce».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Novembre 2020, 09:27
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