L'avanzata della variante inglese non fa sconti. Dopo aver investito la Gran Bretagna e buona parte dell'Europa ora sta scatenando la sua forza sull'Italia. Molto più contagiosa del ceppo ordinario - l'ultimo studio su Science ne descrive una capacità di trasmissione dal 43 al 90 per cento maggiore - ha superato il 50% di prevalenza nel nostro Paese. E i numeri sul contagio sono lì a dimostrarlo: la curva ha imboccato una parabola preoccupante.
Ieri sono stati registrati 22.865 casi positivi, il dato più alto dal 31 dicembre, seppur con un numero di tamponi (339.635) molto più alto: quel giorno però ancora non venivano contati i test antigenici. Da lunedì si è già raggiunta quota 73.946 positivi contro i 59.254 degli stessi giorni della scorsa settimana e l'aumento rispetto alla media dell'ultimo mese è superiore al 50%. Dopo oltre un mese di discesa sono tornati ad aumentare anche i decessi: ieri 339, negli ultimi quattro giorni 1275. Ma ad aggravare ulteriormente la prospettiva delle settimane che verranno è la situazione degli ospedali. I ricoverati nei reparti Covid di area non critica sono tornati sopra quota ventimila, in costante aumento da giorni così come il numero di pazienti in terapia intensiva, che è risalito a 2475.
Nel frattempo è atteso per oggi il monitoraggio dei dati dalla cabina di regia che sarà seguito dalle decisioni del ministro Speranza che entreranno in vigore da lunedì. La Lombardia è già entrata in zona arancione scuro per effetto di un'ordinanza del governatore Fontana ma rischia seriamente di finire direttamente in zona rossa. Così come Emilia Romagna, Piemonte e Toscana. Si muovono verso l'arancione invece il Veneto (Zaia lo ha praticamente anticipato), il Friuli Venezia Giulia e forse anche il Lazio, quest'ultima con un Rt che balla a cavallo dell'1.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Marzo 2021, 08:19
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