Simone Pierini
Bombe carta, manette ai polsi come simbolo di repressione sociale,

Simone Pierini
Bombe carta, manette ai polsi come simbolo di repressione sociale, urla e insulti e infiltrazioni di Casapound.
Da un annunciato e non autorizzato sit in la manifestazione IoApro si è presto trasformata in un campo di battaglia nell'arena di Roma. Le forze dell'ordine, schierate in tenuta antisommossa con scudi e manganelli, hanno tentato con cariche di alleggerimento di contenere la furia mista a rabbia del gruppo proveniente da diverse parti d'Italia che si è riunito prima a piazza San Silvestro per poi muoversi tra le vie della Capitale. L'obiettivo - non raggiunto - era Montecitorio, presidiato da blindati, transenne e idranti. Il bilancio è di un ferito - colpito al capo da una bottiglia scagliata da un altro manifestante - e 120 persone identificate.
«Lamorgese a casa», «siamo agli arresti domiciliari ai quali siamo costretti da un anno», «libertà, libertà», «riaperture subito». Le urla che hanno accompagnato la protesta di tanti lavoratori in difficoltà ai quali si sono uniti gruppi di estrema destra - capeggiati da Casapound - che non hanno perso occasione per strumentalizzare il dramma di un comparto lavorativo piegato dalla pandemia. Frange estreme da cui gli organizzatori si sono affrettati a prendere le distanze. «Non siamo criminali ma pacifici. Siamo qui solo per dire che vogliamo lavorare, è un nostro diritto», hanno aggiunto dalla piazza. Tuttavia dalla tensione si è passati ai fatti e un manifestante è rimasto ferito nel lancio di oggetti contro le forze dell'ordine, colpito da una bottiglia. Non sono mancate poi le cariche contro i manifestanti che hanno tentato di bloccare il traffico del Muro Torto prima di dirigersi a via del Corso.

Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Aprile 2021, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA