San Pietro, torna l'ambulatorio dei poveri

Un'utenza di italiani e stranieri, per lo più uomini ma comunque anche donne, con patologie tipiche dei senza fissa dimora dovute alla mancanza di igiene o all'esposizione sulla strada. È questa la fotografia restituita dal presidio sanitario per i
poveri allestito in piazza San Pietro per visite e check up gratuiti ai meno abbienti. «Purtroppo sta arrivando l'influenza - spiega uno dei tanti medici volontari che stanno contribuendo alla realizzazione dell'iniziativa promossa dal Pontifico consiglio per la Promozione della Nuova evangelizzazione, il dottor Giulio Nati -, lo dico soprattutto per queste persone che sono esposte alle intemperie. Noi stiamo cercando di vaccinare tutti quelli che vediamo, abbiamo una dotazione di vaccini notevole e anche di farmaci grazie alla collaborazione con la Farmacia del Vaticano. Ma stiamo riscontrando anche tante ipertensioni perché sono persone che non fanno mai un minimo basilare di check up. Ieri poi abbiamo scoperto due diabetici con una glicemia fuori controllo, che poteva mettere a rischio la vita stessa del paziente». «Il bisogno è grandissimo - spiega un altro medico volontario del Simg -, noi ci preoccupiamo molto della prevenzione. Tra i nostri stessi medici molti giovani, molti tirocinanti hanno voluto partecipare per aiutare». Nel presidio è stato tutto il giorno un via vai continuo. Quest'anno sono aumentate le specializzazioni mediche fruibili che sono medicina generale, cardiologia, diabetologia, dermatologia, reumatologia, infettivologia, ginecologia, oculistica, podologia, l'ambulatorio di analisi cliniche, per la vaccinazione antinfluenzale e per le ecografie. La struttura sarà in funzione fino a domenica 17 novembre, dalle 8 alle 20. Chi sono le persone che arrivano? «C'è di tutto - risponde il dottor Loris Pagano -, in questi primi due giorni l'affluenza è sia di italiani, sia di stranieri, per lo più senza fissa dimora, forse una maggioranza di uomini rispetto alle donne». Roma è una città sofferente? «In questo luogo - spiega - direi che si vede una città sofferente, soprattutto vicino a questi portici quando uno ci passa e vede tutte le sere persone che dormono tra le colonne. Sicuramente è una ferita però è una ferita che cerchiamo in qualche modo non di sanare ma di medicare».

Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Novembre 2019, 05:01
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