Salta il governo, crisi nera

Salta il governo, crisi nera
Alessandra Severini
Il governo giallo-verde non nascerà. Tutto è saltato sul nome di Paolo Savona come ministro dell'Economia. Oggi il presidente della Repubblica ha convocato al Quirinale Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review, a cui Mattarella affiderà l'incarico di formare un governo che sarà probabilmente elettorale. Il Colle aveva accettato tutta la lista dei ministri, ma per il Tesoro aveva chiesto un nome alternativo. Di Maio e Salvini non hanno proposto soluzioni differenti e il premier incaricato Conte ha rinunciato all'incarico. Il capo dello Stato ha spiegato i motivi della sua decisione ma ha rigettato ogni accusa. «Nessuno può dire che ho ostacolato la formazione di un nuovo governo. Il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non può subire imposizione». Per il ministero dell'Economia il Colle aveva chiesto una figura che non fosse vista «come sostenitore di una linea» che poteva portare l'Italia fuori dall'Euro. Il rischio lo ha disegnato Mattarella stesso: l'aumento dello spread e del debito pubblico brucia risorse e risparmi, alza gli interessi dei mutui, danneggiando imprese e famiglie. Un rischio troppo grande che il capo dello Stato ha deciso di non far correre al paese.
La rabbia di Matteo Salvini e Luigi Di Maio è esplosa subito. «È inutile che andiamo a votare ha tuonato il leader 5 stelle - tanto i governi li decidono le agenzie di rating, le lobby finanziare e bancarie. Ma non finisce qui». «Mattarella ha rappresentato gli interessi di altri paesi, non degli italiani. Siamo una colonia tedesca o francese» ha rincarato Salvini. I pentastellati minacciano l'impeachment nei confronti del presidente della Repubblica a cui darebbe sostegno anche FdI, come annunciato da Giorgia Meloni. Sotto sotto, però, nasce il sospetto che i due leader, incapaci di realizzare le tante e costose promesse fatte in campagna elettorale, abbiano deciso di impuntarsi sul nome di Savona proprio per far saltare il banco. E tornare il prima possibile alle elezioni, che immaginano già come un ballottaggio Lega-5 stelle. E infatti le due forze politiche chiedono ora a gran voce il ritorno alle urne. La prima finestra utile potrebbe essere ad ottobre. Intanto oggi però, con la riapertura delle Borse, si teme la reazione dei mercati e dello spread davanti all'ennesima crisi made in Italy.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Maggio 2018, 05:01
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