ROMA - È stato come giocare al Foro Italico. Mai visti tanti italiani sugli

ROMA - È stato come giocare al Foro Italico. Mai visti tanti italiani sugli spalti a Montecarlo a tifare per un proprio connazionale. Contro il grande Rafa Nadal, sabato in semifinale, il tifo è stato a tratti emozionante: Fa-bio; Fa-bio; Fa-bio, con decine di bandiere tricolori sventolate con orgoglio per una delle imprese più belle della storia del tennis italiano. Poi domenica, insieme a centinaia di tifosi tricolori, c'erano anche tutti i big del tennis italiano del passato. C'era ovviamente Nicola Pietrangeli, tre volte vincitore nel Principato e l'ultimo (1968) prima di Fognini, seduto accanto al principe Alberto di Monaco; c'era naturalmente Corrado Barazzutti, ultimo finalista azzurro (1977) e capitano di Davis. E c'era, arrivato da Roma proprio per la finale, Adriano Panatta, miglior italiano dell'Era Open (e semifinalista a Montecarlo nel 1981). A far sentire a casa sua Fognini c'era anche il meglio del tennis italiano femminile e cioè le due uniche vincitrici di prove del Grande Slam: Flavia Pennetta, sua moglie, trionfatrice negli Us Open del 2014, e Francesca Schiavone, prima al Roland Garros del 2010. Con loro Lea Pericoli, altro pezzo di storia italiana, 84 anni, che proprio a Montecarlo ha raggiunto la finale nel 1966 e vinto il doppio cinque volte. Insomma, per celebrare la grande storica vittoria di Fabio Fognini, ormai per tutti Fabio Massimo, c'erano davvero tutti i grandi campioni italiani del passato. Mai accaduto prima. E con Filippo Volandri, Gianni Ocleppo, Diego Nargiso il gruppo azzurro è diventato a Montecarlo ancora più regale. Mai così in alto il nostro tennis, mai sentito suonare l'inno di Mameli in un torneo Masters 1000 per un azzurro vincitore. Era un sogno ed è diventato realtà. Il tennis italiano con Fognini ha davvero cambiato la storia. Tardi, tardissimo, ma l'importante è averla cambiata.
(M.Lob.)

Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Aprile 2019, 05:01
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