Regioni in pressing: «Via l'Rt si decida in base ai ricoveri»

Eliminare il criterio dell'Rt, ovvero l'indice che misura la velocità di diffusione dei contagi, che se supera 1 condanna una regione alla zona rossa. E fissare le fasce di rischio sulla base dell'incidenza dei contagi e sull'occupazione dei posti letto. Sono le richieste avanzate dalle Regioni nel vertice di ieri mattina con il governo. Che ha dato segnali di apertura: il ministro della Salute Speranza si è espresso a favore di un cambiamento degli indicatori. «Siano in uno scenario nuovo - ha detto il governatore del Veneto Zaia - ora abbiamo le vaccinazioni. Ora un contagiato non rappresenta una spia sulla popolazione. Chiediamo più automatismi. Sulla modifica dei parametri ci siamo dati qualche giorno, lunedì si chiude».
Riguardo agli indicatori decisionali, si prospetta l'ingresso in zona rossa delle zone con un'incidenza settimanale superiore ai 250 casi per centomila abitanti, ma certificati da un minimo di 500 tamponi ogni centomila abitanti: una revisione che evita la tendenza a fare meno test per avere meno diagnosi. In arancione si andrebbe se i casi sono tra 150 e 249 per 100mila abitanti (con 250 tamponi), in giallo tra i 50 e 149 casi (con 150 tamponi) e in bianco fino a 49 casi (con almeno 100 tamponi).
E nella valutazione delle fasce di rischio si darà maggior peso ai ricoveri: se l'occupazione dei letti nelle terapie intensive e nei reparti Covid è superiore rispettivamente al 30 e al 40% del totale, scatta il rosso. Se è inferiore al 20 e al 30% si va invece in giallo.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Maggio 2021, 05:01
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