Sesso, l'allarme dell'esperto: «Rapporti già a 13 anni. E con l'aiuto di farmaci»

Sesso, l'allarme dell'esperto: «Rapporti già a 13 anni. E con l'aiuto di farmaci»

di Valeria Arnaldi
Aldo Morrone direttore scientifico dell'istituto San Gallicano di Roma, perché questo sensibile aumento di malattie sessuali?
«Abbiamo registrato un netto aumento di sifilide e condilomi acuminati nella popolazione molto giovane e spesso dai malati ci è stato fatto esplicito riferimento a pratiche di chemsex. Sostanzialmente, i giovani approcciano l'attività sessuale, tramite diversi tipi di app, incontrano persone sconosciute con le quali hanno rapporti che possono essere di una sera o ripetuti nel tempo. Per non avere reazioni non gradite e aumentare le proprie capacità sessuali, i ragazzi fanno ricorso a farmaci».

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Quando dice giovani a che età si riferisce?
«Parlo anche di minorenni. Abbiamo avuto il caso di un tredicenne e si arriva fino ai 17 anni. Moltissimi adolescenti hanno paura dell'impotenza. Non sanno neppure riconoscere le malattie sessualmente trasmissibili, non hanno conoscenza della complessità del rapporto sessuale, né dei suoi rischi. Manca una adeguata educazione sessuale».
Quali rischi comporta l'uso di questi aiuti farmacologici?
«I rischi non sono solo quelli legati alle infezioni sessuali, ma anche di carattere cardiologico. Uno degli effetti della sifilide peraltro è la maggiore facilità di contrarre l'Hiv. Chi è sano ha una maggiore capacità di contrasto in caso di contagio. Di chemsex si parla poco, è una realtà scarsamente conosciuta, ma è diffusa».
Che cosa si può fare per affrontare il boom di malattie sessualmente trasmissibili?
«Bisogna fare formazione. Assolutamente. Si deve parlare degli aspetti positivi di un rapporto sessuale, ma anche dei suoi rischi. Si possono fare test per Hiv e sifilide in pochissimo tempo, perfino davanti alle discoteche. Per la diagnosi è sufficiente la saliva. Poi servirebbero incontri nei consultori familiari. Dovremmo aiutare anche i giovanissimi ad avere le conoscenze necessarie a un corretto sviluppo sessuale».

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Descritta per la prima volta nel XVI secolo, tanto affievolita da considerarsi ormai vinta tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, la sifilide, detta anche male francese, torna a fare paura. Numeri alla mano, infatti, si registra un sensibile aumento di casi a livello internazionale. E pure in Italia. La crescita di episodi non riguarda solo la sifilide ma, in generale, le malattie sessualmente trasmissibili.
Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità, si verificano tre milioni di casi di infezioni sessuali al giorno nel mondo. Nel 2018 sono stati registrati oltre 357 milioni di casi di origine batterica e 745 milioni di casi virali. In particolare, si tratta di tricomoniasi con 143 milioni, clamidia con 131, gonorrea con 78, sifilide con 6,5. A ciò vanno aggiunte le stime relative al numero di persone che avrebbero contratto un'infezione genitale da virus dell'herpes simplex, oltre 410 milioni, e le donne con un'infezione da papillomavirus umano, più di 290 milioni. Il fenomeno cresce anche in Italia. A dare l'allarme è l'istituto San Gallicano di Roma. Per comprendere la misura di ciò che sta accadendo basta guardare al trend degli ultimi dieci anni. I dati, presentati a margine del convegno medico di alta formazione Le malattie sessualmente trasmissibili nel nuovo millennio: percorsi avanzati di prevenzione, diagnosi e terapie tenutosi a Roma, sono chiari. Le segnalazioni di infezioni sessualmente trasmissibili erano 4000 all'anno nel decennio precedente, oggi sono arrivate fino a 5300. A crescere, in particolare, è stata la sifilide, passata da 80 casi annui prima del 2000 a 420 casi annui dopo il 2000. I condilomi acuminati sono saliti dai 1500 casi annui registrati nel periodo fino al 2007 ai 3000 riscontrati tra 2008 e 2016.
Le ragioni di questa nuova proliferazione di malattie che si credevano se non completamente superate, comunque ormai lontane dalla grande diffusione, secondo gli esperti dell'Istituto sarebbero da ricercare anche nella tecnologia, con le molte app che sono dedicate a favorire incontri tra sconosciuti, pure a fini sessuali. Velocità degli incontri, scarsa o mancata conoscenza tra gli individui, carenza o assenza di precauzioni creano un mix decisamente pericoloso. Il resto lo fa la chimica, con il chemsex, ossia il sesso sotto droghe, prese proprio per migliorare le prestazioni. Un gioco pericoloso, che vede al primo posto, tra le vittime, i giovani e i giovanissimi, che usano le app per incontri sessuali, anche di gruppo e, per assicurarsi prestazioni record fanno ricorso spesso ad aiuti farmacologici. Le stime Oms del 2019 evidenziano circa 661mila casi di sifilide congenita nel 2016, che hanno causato oltre 200mila morti neonatali.

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Febbraio 2020, 09:10
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