Presa la baby gang che imitava Gomorra

Selfie con il viso coperto dai passamontagna e la pistola in pugno, scattati dopo le rapine.
Anche se non erano figli d'arte come Genny Savastano e non abitavano a Napoli ma nella Brianza profonda, volevano diventare anche loro dei veri boss. E si ispiravano alla serie tv Gomorra per atteggiarsi come i capi della paranza dei bambini.
Hanno tutti tra i 14 e i 16 anni i quattro ragazzini arrestati per aver dato vita a una baby gang che picchiava e rapinava i coetanei. Tre di loro sono italiani e uno è egiziano. Nessuno studia o lavora e tutti hanno alle spalle famiglie problematiche. Il loro obiettivo? Dominare un territorio che va da Vimercate a Arcore a Concorezzo con furti, rapine e piccole estorsioni. Il loro terreno di caccia erano i centri commerciali, come Le Torri Bianche di Vimercate, ma anche i parcheggi isolati, i bar e i locali dell'hinterland di Monza. A mettere i carabinieri sulle tracce della banda è stata la tentata rapina del 23 febbraio scorso all'interno del megastore di Vimercate. La vittima, un 13enne, era riuscita a scappare, ma le telecamere di sorveglianza avevano ripreso tutta la scena. Da allora i quattro hanno messo a segno altri undici tra furti e rapine - praticamente uno al mese - prima di essere arrestati ieri mattina all'alba. Nelle loro camerette, i carabinieri hanno trovato coltelli e tirapugni utilizzati per le aggressioni.
Imitando i giovani boss di Scampia e Secondigliano, i quattro passavano le giornate per strada, in attesa delle loro prede. Agivano soprattutto di pomeriggio o di sera, in angoli isolati, in strada o tra i fast food affollati del centro. Sotto gli occhi dei passanti distratti, che spesso non alzavano un dito. I piccoli criminali, però, non si accontentavano di iPhone e paghette. Volevano imporsi davvero, tanto da presentarsi in un Mc Donald's della zona e chiedere di parlare direttamente con il responsabile. «Per lavorare devi pagare il pizzo» hanno detto gli adolescenti al manager, che ha subito contattato le forze dell'ordine. Sui social, dove si immortalavano come dei baby gangster, uno dei ragazzi ha anche postato un video, minacciando ritorsioni contro le vittime che li avessero denunciato. Dopo aver seminato il terrore per un anno, adesso la baby gang è in carcere.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Luglio 2019, 05:01
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