Polmone, ok cura senza la chemio

Polmone, ok cura senza la chemio
Antonio Caperna
BARCELLONA - È una malattia terribile ma grandi passi sta compiendo la medicina come dimostrano i numerosi studi presentati al recente Congresso europeo di oncologia ESMO di Barcellona.
Tra questi il Fase III IMpower110, che ha valutato l'efficacia della molecola atezolizumab' in monoterapia di prima linea rispetto alla sola chemioterapia in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule squamoso e non squamoso (NSCLC) in stadio avanzato privo di mutazioni ALK o EGFR. Il carcinoma polmonare può essere diviso in due tipi principali: NSCLC e carcinoma polmonare a piccole cellule. L'NSCLC è il tipo più diffuso e rappresenta circa l'85% di tutti i casi, comprende il carcinoma polmonare non squamoso e la forma a cellule squamose. «Come sappiamo il tumore del polmone è la prima causa di morte per cancro a livello globale e la tipologia cosiddetta non a piccole cellule (NSCLC) è la più diffusa - spiega Filippo de Marinis, direttore dell'Oncologia Medica Toracica dell'Istituto Europeo di Oncologia - I risultati dello studio IMpower110 hanno fornito evidenze significative dimostrando che il farmaco in monoterapia è efficace in prima linea nei pazienti  con questo tipo di tumore, sia in forma squamosa che non squamosa, e in particolar modo in quei pazienti che presentano un'alta espressione di PDL-1. I dati dello studio IMpower110 aggiungono un ulteriore tassello nella strategia terapeutica nel tumore al polmone e confermano atezolizumab come valida opzione di trattamento in prima linea per questo tipo di pazienti - prosegue l'esperto - È di qualche settimana fa, infatti, la notizia che l'autorità regolatoria europea ha approvato questo farmaco, in associazione a chemioterapia, per il trattamento del tumore del polmone sia a piccole cellule in fase avanzata sia in quello non a piccole cellule mai trattato precedentemente. Questo vuol dire che un numero sempre più ampio di pazienti con carcinoma polmonare potranno beneficiare dell'immunoterapia, in base a una strategia terapeutica personalizzata».
Lo studio ha raggiunto l'obiettivo primario in un'analisi intermedia in cui è stato dimostrato che la monoterapia con atezolizumab ha migliorato la sopravvivenza globale di 7,1 mesi rispetto alla sola chemioterapia in pazienti con elevata espressione del marcatore PD-L1. La sicurezza del farmaco è risultata coerente con il profilo di sicurezza noto. Roche trasmetterà i dati alle autorità regolatorie mondiali, tra cui la Food and Drug Administration (FDA) statunitense e l'Agenzia europea del farmaco (EMA), e discuterà il modo migliore per offrire questa opzione ai pazienti nel più breve tempo possibile.
riproduzione riservata ®
leggocaperna@gmail.com

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Ottobre 2019, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA