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Alessandra Severini
Le dimissioni che erano nell'aria sono diventate ufficiali: da ieri Luigi Di Maio non è più il capo politico del Movimento 5Stelle. Al suo posto, come reggente temporaneo fino agli Stati generali convocati a marzo, ci sarà Vito Crimi, il più anziano nel Comitato dei garanti. Un terremoto minimizzato ma che rappresenta l'inevitabile epilogo della crisi che ha colpito il Movimento, alle prese con cali di consenso e una serie inarrestabile di addii di senatori e deputati.
Ventotto mesi è durata l'avventura del giovane leader del M5s. E nell'annunciare l'addio Di Maio non è riuscito a nascondere tensione ed emozione. «Non mollerò mai il M5S, è la mia famiglia», ha detto senza rinunciare però a togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «C'è chi è stato nelle retrovie e, senza prendersi responsabilità, è uscito allo scoperto solo per pugnalare alle spalle. I peggiori nemici sono quelli che al nostro interno lavorano non per il gruppo ma per la loro visibilità».
Una stilettata ad Alessandro Di Battista, fra i nomi in pole per una possibile successione? Il futuro dei 5Stelle appare piuttosto nebuloso, si aspetta senza troppe speranze il risultato delle Regionali che rischiano di essere l'ennesima conferma di una costante emorragia di consenso. A marzo, gli Stati generali serviranno a riscrivere l'organizzazione del Movimento mentre la scelta del nuovo leader potrebbe avvenire più in là. È c'è chi non esclude una ricandidatura di Di Maio.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Gennaio 2020, 05:01
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