Paola Lo Mele
Alla fine, a circa due mesi dalla sua presentazione, dopo un duro

Paola Lo Mele Alla fine, a circa due mesi dalla sua presentazione, dopo un duro
Paola Lo Mele
Alla fine, a circa due mesi dalla sua presentazione, dopo un duro braccio ferro tra Lega e 5 Stelle, è arrivata la mediazione sul cosiddetto Salva Roma. La norma sul debito storico della Capitale, che ora ammonta a oltre 12 miliardi, era stata illustrata dal viceministro dell'Economia Laura Castelli insieme alla sindaca Virginia Raggi in una conferenza a Palazzo Senatorio nel mese di aprile.
Obiettivo: chiudere la gestione commissariale dal 2021 ed evitarne cosi' la paventata crisi di liquidità con ripercussioni sulla città. Sin da subito però il leader della Lega Matteo Salvini aveva avvertito: o si aiutano tutti i Comuni in difficoltà o nessuno. Di qui lo stallo del provvedimento, uscito dimezzato da un successivo consiglio dei ministri e poi oggetto di numerose polemiche tra gli alleati di governo nel periodo precedente alle elezioni europee.
Ieri, si è invece registrato il primo passo nella Commissione economica della Camera. I relatori al decreto Crescita hanno presentato un nuovo pacchetto di 16 emendamenti che contiene anche una proposta per passare allo Stato parte del debito storico della Capitale e per venire incontro agli Comuni in dissesto e pre-dissesto. Si prevede l'istituzione di un fondo ad hoc dove far confluire gli eventuali minori esborsi per rinegoziazione dei mutui da parte dell'attuale commissario al debito di Roma, che serviranno per i debiti delle città metropolitane.
Dal Campidoglio, fino ad ora molto cauto nel commentare l'evoluzione del Salva Roma, è trapelato subito il commento soddisfatto della Raggi: «Tanto rumore per nulla. Diversi mesi fa lo avevamo chiesto; poi sono arrivate le europee e si è persa la ragione. Abbiamo finalmente tagliato gli interessi alle banche. L'importante è che ora Roma e l'Italia avranno 2 miliardi e mezzo di debito in meno». Molto meno ottimista il deputato e consigliere comunale Stefano Fassina che tuonando contro la Lega ha affermato: «L'emendamento è irricevibile: colpisce la Capitale e sottrae, dal 2020 al 2048, 2,197 miliardi di euro alla gestione commissariale e, da previsione iniziale, al Bilancio ordinario del Campidoglio. I M5S si smarchino e facciano prevalere l'interesse nazionale. Votino i sub-emendamenti che presentiamo subito».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Giugno 2019, 05:01
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