Ovunque è caos giardini

Degrado incessante, vegetazione ad altezza uomo, illegalità. A Roma non c'è parco, villa storica, area verde, giardino pubblico che non sia ad oggi specchiato di manutenzione, vivibile e degno di tale nome. Le eccezioni sono diventate rarità. Le denunce dei cittadini, al contrario, continuano ad invadere social e blog di quartiere. Mettendo sotto la lente inciviltà e attività comunale e municipale di competenza.
«A Villa Lazzaroni non sappiamo più dove portare i bambini», dice Alessandra Pizzuti, una mamma. A Villa Torlonia le alberature da rimuovere non si contano. Al Giardino degli Aranci è ancora chiuso, dall'emergenza neve, il Clivo di Rocca Savella, sempre regno della sosta selvaggia delle auto, tra l'altro, come documentato tempo fa da Leggo. Il Parco della Resistenza, qualche minima potatura a parte, continua a soffrire in ogni angolo. Al parco di via della Torricella Sicura, al Villaggio Prenestino, sono partite le petizioni contro le siringhe in libera circolazione.
I giardini attorno al Tempio di Portuno al Foro Boario e a quello di Ercole Vincitore affondano sempre nell'incuria. Come quelli del Campidoglio, del resto, con il retro diventato latrina in piena regola. E il Parco di Colle Oppio che rimane nella desolazione, tra colonnine di marmo divelte, sporcizia e sentieri a dir poco impraticabili. Ancora, il parco di viale Esperia Sperani, zona Ottavia, è una jungla. I giardini di piazza Re di Roma all'Appia sono inagibili, con una parte del muretto davanti sconquassato e panchine inarrivabili. L'acqua putrida ristagna nelle fontane di Villa Celimontana. Villa Carpegna è invasa dai rifugi dei senza fissa dimora. L'elenco è infinito.(V. Con.)

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Luglio 2018, 05:01
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