Ok ai 65 anni, ma AstraZeneca taglia

Simone Pierini
Alla fine il via libera dell'Aifa è arrivato. Il vaccino AstraZeneca potrà essere somministrato a persone fino a 65 anni (quindi da chi è nato dal 1956 in poi), superando così lo scoglio dei 55 anni e allargando la platea a un numero ben superiore rispetto al precedente. Il Cts dell'Agenzia italiana del farmaco ha pubblicato la circolare del Ministero della Salute che ha dato l'ok definitivo frutto di «nuove evidenze scientifiche che riportano stime di efficacia del vaccino superiori a quelle precedentemente riportate». Non solo una fascia d'età più ampia, il vaccino di Oxford potrà essere somministrato anche a «soggetti con condizioni che possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di Covid-19» con la sola eccezione «dei soggetti estremamente vulnerabili». L'Italia si allinea quindi ad altri Paesi europei come la Germania che sin dall'inizio aveva permesso l'utilizzo di AstraZeneca alla fascia 18-65.
Le buone notizie arrivano anche da altri studi che confermano l'efficacia del siero britannico, capace di ridurre del 94% i ricoveri in ospedale per Covid già dopo la prima iniezione. In serata però è arrivata la doccia fredda: secondo quanto riportato dalla Reuters nel secondo trimestre AstaZeneca consegnerà all'Europa la metà delle dosi previste passando da 180 a 90 milioni, con la conseguente riduzione che cadrà a cascata anche sull'Italia. Nel frattempo a San Marino ieri sono arrivate le prime 7500 dosi del vaccino russo Sputnik, non approvato dall'Ema che non ha nemmeno ricevuto la richiesta di autorizzazione, frutto di un accordo indipendente stipulato direttamente con Mosca. A spingere la Repubblica del Titano al siero russo è il ritardo delle consegne previste dei vaccini attesi dall'Italia (ad oggi non ne hanno ricevuto nessuno).

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Febbraio 2021, 05:01
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