Migranti, Italia e Malta lasciate sole

È battaglia tra Italia e Malta da un lato, e Francia e Germania dall'altro. Il motivo è sempre lo stesso: i porti di sbarco dei migranti.
Con il Consiglio informale dei ministri dell'Interno in corso a Helsinki, in Finlandia, Matteo Salvini, secondo quanto riferiscono fonti del Viminale, ha ribadito il secco no dell'Italia al principio del porto più vicino per l'approdo dei migranti, appoggiato dal collega maltese Michael Farrugia. Parigi e Berlino, insistono invece per far approvare un documento sugli sbarchi che vincoli in tal senso i Paesi che affacciano sul Mediterraneo.
Roma e La Valletta, secondo fonti italiane, contestano l'idea del primo porto sicuro di approdo per gli immigrati, temendo di dover sostenere tutto il peso degli arrivi. Ma non solo: il rischio, è che in questo modo i profughi vengano ridistribuiti negli altri Paesi mentre tutti gli altri migranti resterebbero nei Paesi di sbarco.
Sul tavolo c'è anche il nodo delle Ong: Salvini ha chiarito che non possono sostituirsi agli Stati. E ha ricordato il caso della SeaWatch3 «che ha violato le leggi italiane e ha speronato una motovedetta».
A parole sono tutti d'accordo: serve solidarietà e più responsabilità da parte degli Stati di fronte ad una questione che non può essere affrontata con scelte singole. Nei fatti l'Europa resta divisa sulla questione più importante, incapace di trovare una soluzione che metta al primo posto quello che conta davvero: evitare che migliaia di persone finiscano in fondo al Mediterraneo.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Luglio 2019, 05:01
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