«Mi danno la scorta solo di mattina così posso essere ucciso la sera»

Simone Pierini
«Che senso ha essere accompagnato la mattina per poi essere libero di essere ucciso la sera?». È la frase che più di tutte ha lasciato il segno nella giornata di ieri. Parole pronunciate da Paolo Borsellino davanti alla Commissione antimafia e ascoltate in Senato dopo la desecretazione degli atti dalle inchieste parlamentari dal 1963 al 2001. Si tratta delle audizioni del magistrato a Palazzo San Macuto fra il 1984 e il 1991. Paolo Borsellino fu assassinato da Cosa Nostra il 19 luglio del 1992 nella strage di via D'Amelio, assieme ai cinque agenti della sua scorta. A poco meno di due mesi di distanza dalla strage di Capaci dove rimase ucciso il collega e amico Giovanni Falcone, con il quale condivise lotta alla mafia in Italia. In quell'audio, risalente al 1984, il magistrato lamentava di avere la scorta solo la mattina. La motivazione era la mancanza di autisti giudiziari.
«La mattina con strombazzamento di sirene la gran parte di noi viene accompagnata in ufficio dalle scorte - dice Borsellino alla Commissione - ma il pomeriggio c'è una sola macchina blindata e io sistematicamente vado in ufficio con la mia auto per poi tornare a casa verso le 21-22. Non vedo che senso ha perdere la libertà la mattina per essere libero di essere ucciso la sera». Ma non solo. Nella sua audizione il magistrato citava problemi organizzativi per affrontare «la gestione dei processi di mole incredibile» chiedendo l'uso di «attrezzature più moderne, come i computer», sostenendo che «il pc è finalmente arrivato ma non sarà operativo se non tra qualche tempo, ci sono problemi gravi di installazione, è stato messo in un camerino». Lo definiva «indispensabile, non bastano più le rubriche artigianali».
Salvatore Borsellino, fratello del magistrato, ha scritto al presidente della Commissione Nicola Morra. Chiede di più: «che ci venga restituito tutto». A partire da «quella Agenda Rossa che è stata sottratta da mani di funzionari di uno stato deviato e che giace negli archivi grondanti sangue di qualche inaccessibile palazzo di Stato».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Luglio 2019, 05:01
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