Meno figli, colpa del crack del Dna

Meno figli, colpa del crack del Dna
Antonio Caperna
ROMA- Sempre meno figli in Italia ma la colpa non è solamente della crisi e della scelta di evitare o posticipare la gravidanza. La causa di centomila nati in meno in Italia negli ultimi otto anni, come evidenziato dall'ISTAT, va ricercata, secondo gli esperti, anche in un problema più complesso nella fertilità all'interno della coppia. Così se da un lato il numero medio di figli per donna scende a 1,34 (1,46 nel 2010), dall'altro la riduzione del numero medio di primi figli per donna tra il 2010 e il 2016 è responsabile per il 57% del calo complessivo della fecondità delle donne italiane e per il 70% di quello delle straniere. «Considerare centomila bambini in meno negli ultimi anni e ben 12mila in un solo anno significa dover far i conti con motivi medici e sociali», sottolinea il prof. Ermanno Greco, direttore del Centro di medicina e biologia della riproduzione, European Hospital di Roma, e presidente del quarto European Fertility Meeting Strategies to improve IVF success rate', di Roma. «Tra le cause di più recente scoperta c'è l'alterazione della morfologia della testa degli spermatozoi, che rende molto difficile la fecondazione naturale, poiché non riescono a penetrare all'interno degli ovociti- spiega il prof. Ermanno Greco- La soluzione in questo caso consiste nel micro iniettare lo spermatozoo direttamente dentro l'ovulo femminile, tramite metodica ICSI. Un'altra causa di infertilità è la mancata integrità del DNA contenuto nella testa degli spermatozoi. Si è visto infatti che in moltissimi casi di infertilità maschile o di insuccesso di programmi di Procreazione Medicalmente Assistita, in cui embrioni di ottima qualità non erano stati in grado di impiantarsi all'interno dell'utero, gli spermatozoi presentavano una frammentazione, ossia una vera e propria spaccatura della doppia elica del DNA». Questa alterazione è dovuta ad un aumento dei radicali liberi presenti nel liquido seminale, legata a diverse patologie come il varicocele. Inoltre decidere tardi di aver un figlio ha conseguenze evidenti, «poiché l'ovocita presenta una vera e propria capacità riparativa nei confronti del danno degli spermatozoi, che però diminuisce con l'aumentare dell'età materna prosegue il prof. Greco- Quest'ultima infatti comporta un aumento significativo delle anomalie cromosomiche che sia naturalmente sia in vitro danno luogo ad embrioni che generalmente o non s'impiantano o abortiscono». Tuttavia con la cosiddetta diagnosi genetica preimpianto è oggi possibile distinguere gli embrioni sani da quelli malati e quindi trasferire nell'utero materno solo quelli sani con percentuali di impianto che si aggirano intorno al 60/70%, anche trasferendo un singolo embrione.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Dicembre 2017, 05:01
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