Coronavirus, crescono i contagi in uffici e fabbriche: sono 50mila. La sanità il settore più colpito

Coronavirus, crescono i contagi in uffici e fabbriche: sono 50mila. La sanità il settore più colpito

di Mario Landi
Il virus colpisce sempre più sul posto di lavoro. Aumentano, infatti, i contagi da Covid-19 denunciati all'Inail. Alla data del 30 giugno, sono 49.986, ben 965 in più rispetto al monitoraggio del 15 giugno. I casi mortali sono 252 (+16), concentrati soprattutto tra gli uomini (82,5%) e nelle fasce 50-64 anni (69,8%) e over 64 (19,5%) con un'età media dei deceduti di 59 anni. Prendendo in considerazione il totale delle infezioni di origine professionale segnalate all'Inail, il rapporto tra i generi si inverte - 71.6% dei lavoratori contagiati sono donne - e l'età media scende a 47 anni. I dati sono stati presentati nel sesto report nazionale elaborato dalla Consulenza statistica dell'istituto.

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Dall'analisi territoriale emerge che più di otto denunce su 10 sono concentrate al Nord e la Lombardia è la Regione più colpita con oltre un terzo dei casi denunciati (36,1%) e il 44,8% dei decessi. Circa il 99% delle denunce riguarda la gestione assicurativa dell'Industria e servizi, mentre i casi registrati in Agricoltura, nella Navigazione e nella gestione per Conto dello Stato sono circa 600. Rispetto alle attività produttive, il 72,1% del complesso delle infezioni denunciate e il 26,1% dei casi mortali si concentra nel settore della Sanità e assistenza sociale (che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili), che insieme al settore degli organismi pubblici preposti alla sanità (Asl) porta all'81,2% la quota dei contagi e al 36,6% quella dei decessi avvenuti in ambito sanitario.

Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, alimentari), le attività di alloggio e ristorazione, il commercio e il trasporto e magazzinaggio. Con il 40,6% dei contagi denunciati, oltre l'83% dei quali relativi a infermieri, la categoria professionale dei tecnici della salute si conferma la più colpita dal virus, seguita dagli operatori socio-sanitari (21,3%), dai medici (10,5%), dagli operatori socio-assistenziali (8,7%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,7%). L'analisi dei decessi rivela come circa il 40% riguardi personale sanitario e socio-assistenziale. Nel dettaglio, l'11,8% dei casi mortali codificati riguarda i tecnici della salute (il 63% sono infermieri), seguiti dai medici (9,3%) e dagli operatori socio-sanitari (8,1%).
Resta intanto ancora aperta la questione relativa al contagio come infortunio sul lavoro. Il mondo delle imprese lo avverte come un rischio in vista delle riaperture: il contagio come infortunio sul lavoro potrebbe infatti portare al coinvolgimento d'ufficio dell'imprenditore sul piano penale per i reati di lesioni o di omicidio colposo, nel caso di decesso del lavoratore.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Luglio 2020, 07:51
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